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Palermo, summit dei boss in parrucchieria. Scatta l’interdittiva anfimafia del prefetto

Il boss Salvatore Mirino (con la camicia arancione) davanti l'ingresso della parruccheria 
Nel solarium di via Santissima Mediatrice riunioni di mafia. Provvedimento anche per l'officina di Niosi, che riparava mezzi dei pompieri
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Proprio come nella serie di "Gomorra": i summit di mafia all'interno di una stanza solarium. Ma non sono sfuggiti ai carabinieri del nucleo Investigativo, che nei giorni scorsi hanno fatto scattare un fermo nei confronti di 46 persone. E, adesso, il prefetto di Palermo Antonella De Miro ha firmato un provvedimento di interdittiva antimafia nei confronti della ditta individuale di via Santissima Mediatrice 100 (fra corso Calatafimi e viale Regione Siciliana) che era diventata la sede di quelle riunioni così delicate, grazie alla disponibilità del convivente della proprietaria, Marco La Rosa, anche lui fra gli arrestati.
 
Il provvedimento del prefetto, adottato ai sensi dell'articolo 89 bis del decreto legislativo 159 del 2011, è stato notificato alla ditta individuale "Parrucchieri La Rosa" di Maria Grazia Civiletti, e comporta l'immediata revoca della licenza da parte del Comune. L'attività dovrà dunque chiudere. Stesso destino della gioielleria gestita in corso Tukory dal nipote del capo della nuova Cupola mafiosa, Settimo Mineo.

E un analogo provvedimento è stato adottato dal prefetto nei confronti della carrozzeria "Universal" di viale Regione Siciliana 5850, gestita dal boss Giovanni Niosi, ex vigile del fuoco, arrestato nuovamente nei giorni scorsi nell'ambito del blitz sull'ippodromo: l'officina, tenuta sotto controllo dai carabinieri per rincontri e summit, risulta intestata formalmente alle figlie del capomafia. E come ha denunciato Repubblica, i mezzi dei pompieri di Palermo sono stati riparati nell'officina del capomafia di San Lorenzo anche dopo il suo primo arresto. Fra il 2015 e il 2017, sono stati liquidati 181 mila euro.

Nel solarium di La Rosa, il capomafia di corso Calatafimi, Filippo Annatelli, riceveva invece tutti i suoi fidati. In un'occasione, convocò fuori dal locale anche un candidato alla elezioni regionali, il funzionario dell'Asp Maurizio Manzella, e da via Santissima Mediatrice 100 iniziarono insieme un tour elettorale.
 
Proprio nei giorni scorsi, la prefettura di Palermo ha presentato il proprio bilancio in tema di interdittive, strumento che il Consiglio di Stato ha ribadito essere "una misura volta alla salvaguardia dell'ordine pubblico economico, della libera concorrenza tra le imprese e del buon andamento della pubblica amministrazione. In sostanza - prosegue il Consiglio di Stato - l'interdittiva anfimafia comporta che il prefetto escluda un imprenditore che non meriti la fiducia delle istituzioni e possa essere titolare di rapporti contrattuali con le pubbliche amministrazioni o degli altri titoli abilitativi, individuati dalla legge".
 
Il gestore del locale, Marco Lo Rosa, è ritenuto uno dei gangli fondamentali della famiglia di Corso Calatafimi. Con Salvatore Mirino, ad esempio, anche lui come Annatelli arrivava con la bicicletta elettrica perché gli era stata sequestrata la patente.