Palermo

Il bilancio del questore: "A Palermo violenza in aumento, ma non c'è allarme"

Renato Cortese, questore di Palermo 
Renato Cortese: "Servono norme più rigorose per i minorenni". "Mafia vicina alla sconfitta? Siamo qui per questo. E intanto cominciamo dai posteggiatori abusivi"
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"Bilancio positivo" per Palermo con "reati in diminuzione". E' stato un 2018 "impegnativo sul fronte dell'ordine pubblico", ma "siamo riusciti a garantire la sicurezza ai cittadini". A parlare è il questore Renato Cortese, che durante il tradizionale scambio di auguri con i giornalisti ha fatto il bilancio dell'anno che sta per finire. "Abbiamo avuto a settembre la visita del Santo Padre e più di recente la Conferenza sulla Libia - dice Cortese, circondato da funzionari e dirigenti, fra i quali il capo della squadra mobile Rodolfo Ruperti - Siamo riusciti a far convivere le delegazioni libiche. Voglio ringraziare gli uomini e le donne della polizia di Stato che hanno dimostrato che Palermo può essere una casa sicura".

"Siamo intervenuti sulla mafia - dice ancora il questore - e sul fronte di zone del centro storico come la Vucciria e Ballarò siamo stati presenti con le richieste di sicurezza da parte dei cittadini. Oggi c'è certamente una movida più contenuta. Anche loro ringraziano le forze di polizia". E ancora: "Siamo presenti anche a Ballarò - sottolinea Cortese - un quartiere difficile, dove abbiamo fatto tantissimi arresti. La nostra è una presenza costante e continua".

Sono 20 le pattuglie a disposizione del dipartimento della Prevenzione generale a Palermo. "Da qualche tempo quattro commissariati restano aperti anche la notte - dice il questore - e presto altri quattro resteranno aperti di notte". Sui reati in calo, Cortese spiega: "Sì, anche a Palermo, come altrove, si registra una diminuzione dei reati. Ciò nonostante la percezione di insicurezza ancora è elevata. Servono, quindi, iniziative per accorciare le distanze con i cittadini. E dare un volto amicale. 'Sbirri' siamo e 'sbirri' restiamo, ma aumenteremo il dialogo", assicura Cortese. "Il bilancio, dunque, è positivo e siamo soddisfatti per avere creato un senso di appartenenza più forte", dice ancora il questore di Palermo. Che commentando il "decreto sicurezza", afferma: "Il permesso per motivi umanitari non è stato eliminato. Ma su Palermo situazioni particolari non ne abbiamo".

Sul fronte della mafia, Cortese, che nel 2006 mise le manette al capomafia Bernardo Provenzano, dice: "Lo Stato dimostra e ha dimostrato di avere un controllo del territorio forte". E cita l'operazione "Cupola 2.0" dei carabinieri che ha portato in carcere le nuove e vecchie leve della Commissione di Cosa nostra. "Se da maggio a novembre siamo arrivati ai fermo - dice Cortese - vuol dire che è stato raggiunto un risultato inimmaginabile. È anche segno di una forza dello Stato che ha saputo fare passi da gigante. Quello che poteva diventare l'erede di Riina è stato già arrestato".

La mafia sarà sconfitta "entro pochi mesi o anni", come ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini? "E' un buon auspicio - risponde Cortese - ce lo auguriamo tutti. Noi siamo qui per questo. E' un lavoro lungo, al di là del lavoro di repressione. Probabilmente c'è un lavoro culturale che va fatto. Per quanto riguarda la realtà palermitana, se non interveniamo sui posteggiatori abusivi, sul degrado, se non assicuriamo il rispetto delle regole - dice il questore - i cittadini potrebbero perdere fiducia nello Stato".

Quanto agli episodi di violenza a Palermo, Cortese sottolinea: "La preoccupazione c'è, anche se non vorrei trasmettere segnali di allarme. C'è un aumento di episodi di violenza, credo che in parte sia fisiologico nei grandi centri urbani. Su Palermo c'è un leggero incremento di questa violenza. Ma oggi Palermo è tornata a essere una capitale dove i palermitani vogliono vivere una città". Però, con un chiaro riferimento all'uccisione del clochard Aldo sotto i portici di piazzale Ungheria, aggiunge: "C'è una riflessione da fare sugli strumenti legislativi. Sarebbe auspicabile avere maggiori strumenti normativi che consentano anche a minorenni di essere soggetti a norme cui oggi sfuggono".