Nel centro di Palermo, operava un attivissimo call center, 24 ore su 24. Massima cortesia e consegne a domicilio. I mafiosi si davano arie di grandi esperti di marketing. E facevano affari d’oro con lo spaccio di cocaina. L’ultima indagine dei carabinieri del nucleo Investigativo, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo, ha portato in carcere 32 fra boss e gregari del mandamento di Porta Nuova. E ha svelato quanto sia estesa la rete dei consumatori: nel giro di pochi mesi, sono saltati fuori 200 insospettabili clienti, che chiamavano a tutte le ore il call center gestito dalla rete di spaccio del clan. Avvocati, dentisti, architetti, commercianti, imprenditori, ristoratori. E i proventi della droga venivano reinvestiti dai boss nei bus per le visite guidate e nel commercio.
L'ultima indagine del pool antimafia di Palermo - coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Salvo De Luca, dai sostituti Maurizio Agnello e Amelia Luise - è l'ennesima conferma che i soldi della droga finiscono per finanziare le casse dell'organizzazione mafiosa, in questo caso uno dei clan più influenti di Cosa nostra, retto dai fratelli Gregorio e Tommaso Di Giovanni, che erano già in carcere perché arrestati nell'ambito di un'altra indagine. "Porta Nuova" appare come una vera e propria azienda, in cui i manager vengono subito sostituiti dopo l'ennesimo blitz.
Mafia, cocaina per la “Palermo bene”. Blitz con 32 arresti: i boss reinvestivano nei bus turistici
di SALVO PALAZZOLO"Gioia, fai in fretta": scoperti 200 insospettabili clienti. Nella lista ci sono avvocati, dentisti, commercianti. Consegne a domicilio. Sequestrato anche un ristorante