Palermo

Palermo, il blitz di mafia: l'imprenditore Migliore "a disposizione" della cosca

Più volte arrestato e assolto, il suo nome è stato fatto la prima volta nel corso dell'indagine Perseo dei carabinieri nel 2008
2 minuti di lettura
L'uomo chiave del blitz antimafia messo a segno oggi dalla squadra mobile e dalla Dda della procura è l'imprenditore nel settore del movimento terra Baldassare Migliore, 52 anni. Più volte arrestato e assolto. Il suo nome è stato fatto la prima volta nel corso dell'indagine Perseo dei carabinieri, nel 2008. Nel corso del processo le intercettazioni furono dichiarate inutilizzabili e così fu assolto. Assoluzione che arrivò anche nel 2016 dopo che fu accusato di estorsione per i lavori al centro commerciale "La Torre" a Borgo Nuovo. "Lui era a disposizione, lui era di Borgo Nuovo, ma era a disposizione nostra, sia nella nostra organizzazione e a disposizione anche della famiglia di Carini e di Tommaso Natale-San Lorenzo", dice Silvio Guerrera il pentito di San Lorenzo che ha fornito diverse indicazioni agli inquirenti. Migliore si occupava di estorsioni soprattutto agli imprenditori edili. "Era affidabile", ha detto Guerrera.

Nell'inchiesta coordinata da Annamaria Picozzi, Amelia Luise e Roberto Tartaglia sono state raccolte le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Silvio Guerrera. Alcuni imprenditori hanno confermato di avere pagato il pizzo. Quattro gli episodi ricostruiti nelle indagini della sezione Criminalità organizzata, coordinata dal capo della squadra mobile Rodolfo Ruperti e dal vice questore aggiunto Gianfranco Minissale. "Sono indagini che si sono avvalse della collaborazione di Silvio Guerrera - dice Rodolfo Ruperti - arrestato nel 2014 e che alla fine del 2015 ha iniziato la collaborazione".

Guerrera per un periodo di tempo è stato il reggente della famiglia mafiosa di Tommaso Natale. "Le sue dichiarazioni - spiega ancora Ruperti - confrontate con numerose attività tecniche fatte dalla squadra mobile e con una parziale, a volte completa collaborazione, con alcune vittime di reati estorsivi, ci ha permesso oggi di realizzare questo risultato". "Tra gli arrestati di spicco di questa operazione - aggiunge - c'è l'imprenditore Baldassarre Migliore, un pò trasversale che grazie all'appoggio delle famiglie mafiose riusciva ad ottenere alcuni lavori in territori dove l'organizzazione Cosa Nostra incideva e sono state documentare alcune estorsioni".

Palermo, operazione antimafia: 10 arresti allo Zen per estorsioni e spaccio di droga


Nomi importanti nel panorama dell'imprenditoria tra chi versava il pizzo senza denunciare. C'è la ditta dolciaria Elenka che versava 1.500 euro a Natale e a Pasqua fino al 2013, poi c'è anche il Lido Battaglia di Isola delle Femmine che ha versato 13mila euro. E poi gli imprenditori edili. Si presentavano alla vittima di turno designata e, con le minacce, imponevano il pizzo all'imprenditore. Così, secondo il gip di Palermo Annalisa Tesoriere, gli indagati Giuseppe Messia, Sandro Diele e Silvio Guerrera si sarebbero presentati a un imprenditore edile. Sono accusati di avere costretto l'imprenditore a versare circa 35mila euro quale messa a posto per i lavori di costruzione di un complesso di 14 villette in via Sant'Angelo di Palermo. Denaro riscosso da Messia "mediante una maggiorazione di oltre il 20 per cento delle fatture emesse dall'impresa "MLG Scavi S.r.l." che aveva effettuato i lavori di scavi.

Estorsioni ma anche droga. È stata documentata la gestione della piazza di spaccio dello Zen da parte di Fabio Chianchiano proprio grazie all'appoggio delle famiglie mafiose.  Chianchiano avrebbe pagato tremila euro per ogni chilo di cocaina venduta al boss Girolamo Biondino, all'epoca reggente del mandamento mafioso San Lorenzo-Tommaso Natale.