Palermo

Palermo, Faraone lancia la sfida: "Il Pd la smetta di essere nordista"

Davide Faraone (palazzotto)
Sotto accusa le misure contro la povertà, giudicate non sostenibili e inefficaci
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Ieri ha tracciato i confini di un nuovo campo politico antipopulista da contrapporre al moloch M5s-Lega. Lo ha fatto chiamando in campo i centristi di Pierferdinando Casini e persino quei pezzi del centrodestra, Forza Italia in particolare, che mal digeriscono l'alleanza con il Carroccio, pezzi che il leader siciliano di Fi Gianfranco Micciché sta tentando di mettere insieme. Oggi Davide Faraone, braccio destro dell'ex premier Matteo Renzi in Sicilia e organizzatore della Leopolda del Sud, giunta ormai alla sua terza edizione, cerca di riempire di contenuti la sua proposta. "Il Pd deve smetterla di essere un partito nordista nella classe dirigente, nelle idee e nelle proposte", ha detto il senatore durante i lavori della seconda giornata di "Mezzogiorno tutti i giorni" a Palermo.
 
Dal palco del teatro Santa Cecilia lancia la sua idea alternativa al reddito di cittadinanza giallo-verde per fare ripartire il Mezzogiorno: "Fare del Mezzogiorno un'area a zero tasse per le imprese che investono". "Se per questo c'è bisogno - ha concluso Faraone - di un conflitto con l'Europa noi ci saremo, non per misure di vecchio assistenzialismo, ma per consentire alle imprese di poter investire nel Sud a zero tasse e produrre lavoro vero. Su questo scontro con l'Europa noi ci stiamo e siamo disposti ad accompagnare Salvini, Conte e Di Maio con la manina a Bruxelles".
 
Tra gli ospiti della seconda e ultima giornata della convention dem c'è anche l'ex viceministra Teresa Bellanova, che ha puntato il dito sulla manovra del governo M5s-Lega: "Le preoccupazioni espresse dall'Europa dovrebbero essere considerate più attentamente che liquidate con un'alzata di spalle. Nelle 140 pagine e oltre giunte alle Camere in evidente ritardo trionfa una impostazione sterile e autoreferenziale mentre è totalmente assente una visione strategica e una relazione con il contesto internazionale e globale con cui il Paese fa quotidianamente i conti".

Sotto accusa le misure contro la povertà, giudicate non sostenibili e inefficaci: "Tu puoi anche decidere di finanziare in deficit strumenti che ritieni essenziali perché si traducono in investimenti e crescita, ma non misure per nulla espansive e anzi depressive che non danno le risposte necessarie - dice - In ogni caso devi sapere in quale contesto globale stai agendo e valutare di conseguenza anche la tempistica delle azioni".