“Un animale vale di più”. I vescovi siciliani firmano una lettera contro il decreto sicurezza, alla vigilia del Natale, “che contiene norme gravemente restrittive dei diritti dei migranti. Per paradosso, mentre si celebrano i settanta anni della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, questo decreto mente in grave insicurezza, sulla strada, tanti figli di Dio, nostri fratelli per la fede cristiana, a iniziare dai più deboli, dalle donne e dai bambini, senza alcuna pietà”.
Nei giorni scorsi era stato il vescovo di Caltagirone, Calogero Peri, a criticare aspramente le misure sui migranti del governo, aprendo anche le porte di alcune strutture della chiesa a chi veniva allontanato dal Cara di Mineo. Soltanto l’ultima delle prese di posizioni delle diocesi dell’Isola.
Adesso arriva il documento unitario della Conferenza episcopale siciliana a chiarire e rafforzare il punto di vista della chiesa siciliana. “L’accoglienza dei poveri, delle persone sole e dei migranti sarà il nostro presepe vivente del 2018. Sarà un atto di fede in Dio e un presepe di carità. Sarà la speranza che il mondo può vincere paure e rancori”, si legge nella lettera.
I presuli invitano le famiglie e alle parrocchie ad attivarsi nell’accoglienza. “La luce del Natale, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, ci invita a far eco al Magistero di Papa Francesco che insistentemente chiede, in nome del Vangelo, di accogliere, proteggere, integrare quanti bussano alle nostre porte – si legge nel documento -. L’amore per i poveri è una via obbligata per la testimonianza cristiana: per tutti e, dunque, anche per i nuovi poveri che giungono, migrando, sulle nostre coste siciliane”.
È un documento forte quello dei vescovi siciliani. Una dura critica al decreto sicurezza del governo Conte. “Il cuore si stringe e geme, ma anche la mente non capisce: un animale in questo momento arriva a valere di più, in protezione, di un fratello nel quale il credente sa che c’è la visita stessa di Dio!”.
Nei giorni scorsi era stato il vescovo di Caltagirone, Calogero Peri, a criticare aspramente le misure sui migranti del governo, aprendo anche le porte di alcune strutture della chiesa a chi veniva allontanato dal Cara di Mineo. Soltanto l’ultima delle prese di posizioni delle diocesi dell’Isola.
Adesso arriva il documento unitario della Conferenza episcopale siciliana a chiarire e rafforzare il punto di vista della chiesa siciliana. “L’accoglienza dei poveri, delle persone sole e dei migranti sarà il nostro presepe vivente del 2018. Sarà un atto di fede in Dio e un presepe di carità. Sarà la speranza che il mondo può vincere paure e rancori”, si legge nella lettera.
I presuli invitano le famiglie e alle parrocchie ad attivarsi nell’accoglienza. “La luce del Natale, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, ci invita a far eco al Magistero di Papa Francesco che insistentemente chiede, in nome del Vangelo, di accogliere, proteggere, integrare quanti bussano alle nostre porte – si legge nel documento -. L’amore per i poveri è una via obbligata per la testimonianza cristiana: per tutti e, dunque, anche per i nuovi poveri che giungono, migrando, sulle nostre coste siciliane”.
È un documento forte quello dei vescovi siciliani. Una dura critica al decreto sicurezza del governo Conte. “Il cuore si stringe e geme, ma anche la mente non capisce: un animale in questo momento arriva a valere di più, in protezione, di un fratello nel quale il credente sa che c’è la visita stessa di Dio!”.