Palermo

Musumeci dice no al sovranismo di Lega e Fdi: "Danneggia la Sicilia, io adesso punto ai moderati"

Il governatore al congresso di Diventerà Bellissima si allontana da Salvini e Meloni e punta al centro. E poi lancia un durissimo j'accuse ad alcuni deputati della sua maggioranza. "Non cedo ai vostri ricatti, me ne frego. Lavorate per il bene della Sicilia. Se mi dimetto, lo saprete a cose fatte". Micciché: "Nello Forza Italia è con te"
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Il governatore Nello Musumeci si allontana dai "sovranismi" di Lega e Fratelli d'Italia e per le Europee non schiera formalmente il suo movimento Diventerà Bellissima. E tiene, anche, un discorso durissimo contro alcuni deputati della sua maggioranza che lo ricattano: "Non vi considero, me ne frego. Non cedo ai vostri ricatti, non minaccio le dimissioni per questo: se le presenterò, i deputati lo sapranno a cose fatte. Lo dico con chiarezza: il nostro problema non è l'opposizione, ma i nostri deputati".

Convocato a Catania il congresso regionale, Musumeci traccia la linea dopo le divergenze interne tra l'area dell'assessore Ruggero Razza, che ha lavorato più al dialogo con la Lega e ancora prima con i 5 stelle, e il senatore Raffaele Stancanelli, che invece da mesi lavora al listone unico per le Europee con Fratelli d'Italia. E gela entrambi, per certi versi, chiudendo ai sovranismi sia della Lega sia di Fratelli d'Italia. "Stiamo diventando un soggetto politico nuovo e in questi quattro anni siamo cresciuti - dice Musumeci - nonostante qualche alleato ci abbia guardato male quando siamo nati. Noi dobbiamo andare oltre e guardare avanti: dobbiamo guardare a un bacino che finora non è stato con noi e che il centrodestra non è stato capace di intercettare. Siamo stati capaci di frenare comunque il grillismo dilagante, senza alcuna storia alle spalle". Musumeci lancia  messaggi chiari: "Spero che Salvini metta la stessa forza per dire no alla Tav per dire sì al Ponte sullo Stretto, il mio amico Salvini sa benissimo che questa è un'opera essenziale per la Sicilia. Poi sull'autonomia differenziata: nessun timore, ma il Nord senza il Sud non va da nessuna parte, perché l'Italia è una. Non possiamo aderire al sovranismo, come ho detto anche ai miei amici di Fratelli d'Italia. Noi non siamo europei perché italiani, noi siamo italiani perché europei. Il sovranismo nazionale è in conflitto con gli interessi della Sicilia, perché si rischiano isolazionismo e protezionismo. Noi dobbiamo lavorare per cambiare questa Europa, la Sicilia è Europa e non può uscire da questa dimensione". 

Su Fdi e sulla Lega Musumeci è scettico: "Bisogna chiedersi perché si rimane inchiodati al 2-3 per cento, l'ho detto a Giorgia Meloni. Noi siamo stati leaeli: ci ha sostenuto alle regionali, e noi abbiamo fatto due liste anche per Fdi. E alle Poltiche abbiamo sostenuto la lista che ha eletto Raffaele Stancanelli. Ma adesso siamo pari, basta. Poi c'è la Lega: e questa non è la destra nella quale mi sono riconosciuto per tanti anni. Salvini è stato generoso con noi, alle scorse regionali. Noi con loro abbiamo ancora un debito da saldare, vedremo. Ma io punto al centro, ai cattolici, ai moderati, ai centristi che non riescono più a esprimere le loro posizioni, la destra è già occupata. Il mio amico Stancanelli è iscritto al gruppo di Fdi ma è un dirigente di Diventerà Bellissima".

Musumeci non vuole fare partiti con Fdi o con Forza Italia o con l'Mpa o con la Lega: "Dobbiamo andare oltre, io vorrei che il mio movimento se dovesse fare una scelta la faccia dopo il voto. Ma comunque io penso a un nuovo contenitore, moderato e ampio. Per questo Diventerà Bellissima alle Europee non si schiererà e rimarrà neutrale. Chi tra noi farà campagna elettorale sarà cacciato dal movimento, questo è pacifico. Io chiedo unità al mio movimento".

Poi l'attacco, durissimo, ad alcuni deputati della sua maggioranza e della coalizione di centrodestra. "In questo prima anno mi sono trovato spesso a dover affrontare chi chiedeva: "Cosa c'è per me?". Anche al nostro interno, nella nostra coalizione. Ma io ho detto no, sono rigoroso con me stesso, non ho sistemato i miei figli, e quindi pretendo rispetto. E' finito il tempo in cui un governatore era ricattato da un singolo deputato che usciva dall'aula durante il voto. Io me ne frego, vi ignoro, è l'ora dell'etica della responsabilità. Molti deputati vengono per miserie umane, mica per chiedermi l'istituzione di un museo. Io a loro dico: è già una fortuna che sei deputato, allora fallo senza ricatti. Più pensate di ricattarmi, più resterò irremovibile nelle mie posizioni. Ho visto alcuni deputati della maggioranza assentarsi dall'aula oppure votare con voto segreto contro il governo. Lo dico con molta franchezza: io non ho mai pensato una sola volta di dimettermi. Se un giorno decido di mandare tutti a quel paese, lo saprete mezz'ora dopo e mai prima. Io non sventolo le dimissioni, non devo salvare alcuna carriera. Se poi andiamo al voto, saranno loro a dover pensare a tornare a fare i deputati. Il nostro problema non è l'opposizione, lo dico chiaramente: ma la nostra coalizione. Qualcuno non ha capito che noi siamo stati eletti per rompere con un certo passato: è bene che se ne convicano alcuni dei nostri deputati".   

Gianfranco Micciché plaude alle parole di Musumeci: "Quando a novembre scorso ci incontrammo a Cefalù, l’alleanza che sostiene il Governo regionale compì il primo passo verso un nuovo progetto politico unitario per il centrodestra.
Liberali, moderati, destra sociale, cattolici, autonomisti, insieme e uniti per un programma all’insegna del “buon governo”, un argine costruttivo alla deriva sovranista e populista. Oggi a Catania il presidente ha ribadito che quel passo è ormai compiuto e non si torna indietro. Nello, io ci sono e con me tutta Forza Italia".

Soddisfatto l'ex ministro Saverio Romano: "Il no al sovranismo di Nello Musumeci è una bellissima notizia che non mi sorprende perché conosco e apprezzo da sempre la sua lungimiranza e intelligenza politica. Sapere di poter contare, in prospettiva, sull’apporto di Musumeci e del suo Movimento- prosegue Romano - nel progetto di rafforzamento del Centro è cosa che mi riempie di entusiasmo perché il nostro Paese deve uscire dalla perversa spirale della demagogia populista e riprendere il dialogo che è fatto di buon senso e di responsabilità. C’è uno spazio politico da coprire e da presidiare ed è quello del Centro: serve l’apporto di tutti coloro che non si riconoscono negli estremismi e nella propaganda sovranista ed antieuropea . Rimbocchiamoci le maniche".