Palermo

Patto tra Forza Italia e Iv: Micciché e Tamajo annunciano il nuovo "laboratorio Sicilia"

Da sinistra il capogruppo di Forza Italia all'Assemblea regionale siciliana, Tommaso Calderone, il deputato regionale renziano Edy Tamajo, il presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè e il capogruppo di Italia viva Nicola D'Agostino
Da sinistra il capogruppo di Forza Italia all'Assemblea regionale siciliana, Tommaso Calderone, il deputato regionale renziano Edy Tamajo, il presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè e il capogruppo di Italia viva Nicola D'Agostino 
La presentazione all'Ars, liste insieme alle elezioni. Tamajo in lista coi berlusconiani. Musumeci: "Io comunque in campo"
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"Oggi comincia il laboratorio Sicilia", scandisce il capogruppo forzista all'Ars, Tommaso Calderone. "Un cantiere per chi si riconosce in un'area moderata, centrista - gli fa sponda il suo omologo di Italia viva, Nicola D'Agostino - e per evitare che le ali estreme, sovranismo e populismo, prendano il sopravvento". Eccolo, il patto fra Forza Italia e Sicilia futura-Italia viva: a tenerlo a battesimo all'Ars è il presidente del Parlamento regionale e commissario regionale forzista Gianfranco Micciché, che qualche giorno fa aveva suggellato l'intesa con una cena all'enoteca Pinchiorri di Firenze con Matteo Renzi.

"Faremo le liste insieme ed Edy Tamajo sarà candidato in Forza Italia alle regionali - anticipa Micciché - Continuo a ritenere però che non ci siano le condizioni per un terzo polo finché c'è il maggioritario". Intanto si parte da Palermo: Edy Tamajo, il ras renziano delle preferenze nel capoluogo, dice chiaramente che non sarà candidato sindaco, ma la lista dei nomi in campo per Micciché è lunga. "C'è Roberto Lagalla - osserva - ma ci sono anche Francesco Cascio e Francesco Greco, che non avrebbero il no di Forza Italia. Noi diremmo no solo a chi è uscito dal partito e ora vuole farsi candidare (un'allusione al leghista Francesco Scoma, ndr). Dovremo incontrarci con il centrodestra e trovare un nome entro Natale".

Così si finisce per parlare del perimetro. Porte chiuse a Totò Cuffaro ("Io non l'ho mai incontrato", scandisce Tamajo), ma non del tutto al Pd. "Con loro - dice Micciché - abbiamo fatto alcuni esperimenti ed è andata male. Forse allargando la base potrebbe andare meglio? Vedremo". Se ne parlerà dopo l'elezione del successore di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica: "Se sarà un centrodestra, un centrodestra allargato o se dobbiamo guardare anche oltre - specifica Calderone - lo capiremo dopo un ragionamento nel partito". "Possiamo avere l'aspirazione a un centro autonomo - allarga le braccia D'Agostino - ma poi il senso di realtà ci impone di fare altrimenti, limitandoci a rafforzare l'area moderata".

Il punto è che Forza Italia è sempre più insofferente nei confronti del resto del centrodestra. "Purtroppo - ammette il presidente dell'Ars - da parte di chi avrebbe avuto tutto l'interesse a gestirla, c'è stata una gestione non del centrodestra ma del proprio orto. Tutto questo ha fatto male al centrodestra e ha creato la situazione in cui ci stiamo trovando oggi". Per Miccichè serve un dibattito interno alla coalizione dopo le amministrative: "Se osserviamo i risultati elettorali - osserva - credo che sia abbastanza evidente quello di cui sto parlando...".

Così, alla fine, il presidente della Regione Nello Musumeci si ritrova nel pomeriggio a dover ribadire quello che aveva già detto diverse volte a partire dalla primavera: "In questo momento - dice alla trasmissione web-tv Casa Minutella - il presidente della Regione si chiama Nello Musumeci, poi verrà il momento per i partiti di decidere se candidare o meno il presidente uscente. Se non ci fosse stata la pandemia io avrei salutato tutti, ma questa situazione non mi ha permesso di realizzare tutto quello che volevo, per cui sarà un arrivederci ... Sarò in campagna elettorale alle prossime regionali: vedremo se i candidati saranno due, tre o quattro".