Parma

Migranti, la prefettura di Parma rivede il bando: salta il tetto dei 10mila abitanti

(ediroma)
Lega: sbarchi calati del 95%. Ma i decreti di palazzo Rangoni Farnese portano a 1.300 i posti complessivi a disposizione sul territorio
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La prefettura ha pubblicato i nuovi decreti per l'accoglienza dei migranti. Cambiano alcuni punti alla luce, in particolare, delle proteste avanzate da alcuni sindaci del territorio, cui fece eco una inedita difesa leghista del prefetto, lo stesso che a suo tempo era stato più volte bersagliato dal Carroccio proprio per i bandi di assegnazione dei migranti.
 
Nei nuovi atti di palazzo Rangoni Rangoni sparisce infatti la limitazione dei centri collettivi (da un minimo di 12 posti fino ad un massimo di 40) unicamente nei Comuni con più di 10mila abitanti.

"Si riapre la stagione delle grandi concentrazioni alberghiere, il bando sarà dedicato solo ai Comuni che hanno una popolazione superiore ai 10mila abitanti. Una ipotesi totalmente impercorribile perché provocherebbe il venir meno di un sistema diffuso di accoglienza, che rende più affrontabile l’impegno delle comunità e, non di meno, responsabilizza cittadini e amministratori" avevano scritto i primi cittadini.
 
In pratica una potenziale struttura alberghiera potrà essere concepita anche nei Comuni con meno di 10mila abitanti (una dimensione cui appartengono i Comuni parmensi guidati dalla Lega: Fontevivo e Traversetolo) mentre in precedenza la prefettura solo in nove Comuni poteva attivare il cosiddetto Cas due, quello relativo ai centri collettivi per complessivi 300 posti.
 
Per quanto riguarda il parere dei sindaci, la prefettura continua invece ad applicare una interpretazione restrittiva del decreto Sicurezza, non coinvolgendo i sindaci in modo preventivo, ovvero prima di partire con i bandi. Un parere che verrà trattato come tale, dal momento nel decreto che porta la firma del ministro Salvini non è previsto che i sindaci e i territori possano esprimere un veto vincolate.
 
Il bando resta da complessivi 1.300 posti (mille in strutture piccole e 300 in centri più grandi), molti di più di quanti siano i migranti presenti oggi sul territorio provinciale.

Un dato interessante, perché come hanno dichiarato nelle ultime ore i anche i parlamentari locali della Lega i "migranti sbarcati in Italia dal 1 gennaio al 15 marzo di quest’anno sono 335, mentre nel 2018, nello stesso periodo, erano 5.945: i dati indicano un crollo del 94,37% degli sbarchi. I rimpatri dall'inizio dell'anno fino al 13 marzo sono stati 1.354: le espulsioni sono quattro volte gli arrivi".

La domanda che diversi amministratori si stanno ponendo è: se si sono ridotti gli sbarchi, perché la prefettura vara un bando che addirittura è in espansione?
 
Comunque sia, nel bando viene inoltre viene data maggiore promozione della diffusione dei Cas uno, quindi al sistema dell'accoglienza diffusa di piccole dimensioni.
 
Il Cas uno (singole unità abitative fino a 50 posti massimo organizzati in tante piccole strutture o case) ossia l'accoglienza diffusa.  La loro caratteristica è quella di gestire autonomamente la somministrazione dei pasti, la lavanderia e le pulizie (gli immigrati devono fare da sé con materiali forniti dall'ente gestore secondo certi parametri). Alla forma dei Cas uno sono riservati mille posti.
 
Poi ci sono i Cas due (centri collettivi, da un minimo di 12 fino ad un massimo di 40 posti per ciascun comune, a  eccezione del comune capoluogo che può ricevere fino a 140 persone). In questo caso vengono esternalizzati i servizi di fornitura pasti, lavanderia e pulizie. Si tratta, in pratica, delle soluzioni alberghiere. Strutture che non partiranno prima di aver esaurito i mille posti delle mini strutture Cas uno.
 
Sul fronte economico, quanto rende per un privato partecipare al bando della prefettura per ospitare i migranti?
La base d'asta riconosciuta ogni giorno per ogni migrante assegnato è di 18 euro per i Cas uno e 23 euro per i Cas due (escluso 2,50 euro a testa di pocket money giornaliero che vanno ai migranti): si tratta quasi di un dimezzamento per i Cas uno.
 
Dimezzamento cui corrispondono meno servizi e prestazioni in capo al privato che ospiterà queste persone: non c’è più l'obbligo di fornire corsi di italiano, niente psicologo, salta l'accompagnamento alla ricerca del lavoro e allo svolgimento di servizi di volontariato.
 
Il disciplinare di gara  per i Cas uno (unità abitative singole) prevede che i gestori debbano provvedere a derrate alimentari (vitto); alloggio; pulizie e igiene; lavanderia; trasporti ipotizzando 12 viaggi per migrante all’anno di circa 30 km. ciascuno; kit di primo ingresso e scheda telefonica; fornitura di pocket money relativo valore corrisponde all’importo giornaliero di € 2,50, fino ad un massimo di € 7,50 per nucleo familiare.