Parma

Reggio Emilia sulla scia di Parma: in arrivo il "bollino" antifascista

Ogni richiesta di utilizzo di una sala comunale dovrà essere corredata da una certificazione di adesione alla Costituzione e allo Statuto del Comune. Protesta la Lega

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Niente sale del Comune ai movimenti di estrema destra di ispirazione neofascista.

Questo il contenuto della delibera che sarà discussa lunedì prossimo in sala del Tricolore a Reggio Emilia, nell'ultimo Consiglio comunale utile del mandato amministrativo.

L'atto, sulla scia di quanto già stabilito dal Comune di Parma a fine 2018, prevede in particolare che, ogni richiesta di utilizzo di una sala comunale, dovrà essere corredata da una certificazione di adesione alla Costituzione e allo Statuto del Comune. Ovvero, sottolinea l'estensore della proposta, il consigliere del Pd, Dario De Lucia, "all'antifascismo". I "movimenti e partiti di ispirazione neofascista non avranno nessuno spazio dal Comune (oppure possono dire di essere antifascisti, a loro la scelta)"

A cui risponde a stretto giro il deputato della Lega Gianluca Vinci, secondo cui De Lucia "spara orgogliosamente l'ultimo suo colpo prima delle elezioni, non a favore dei cittadini su problemi concreti, ma contro il fantasma del fascismo".

Questa "gente - afferma il parlamentare reggiano - va mandata a casa anche dalle nostre parti, politici che, quelle poche volte che non pensano a genitore uno e genitore due, ricordano con nostalgia la guerra partigiana. Sono dei giovani vecchi che non rappresentano piu' nessuno".

A Parma intanto l'atto che sancisce la modifica al regolamento sull'assegnazione degli spazi pubblici è stata impugnata da CasaPound dinanzi al Tribunale amministrativo regionale.