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Politica Civitanova Marche

Lettera aperta dell'on. Lara Ricciatti al sindaco di Civitanova: "Per non dimenticare? Niente spazi pubblici ai fascisti"

Lettera aperta dell'on. Lara Ricciatti al sindaco di Civitanova: "Per non dimenticare? Niente spazi pubblici ai fascisti"

Ha scelto la forma della lettera aperta, indirizzata al Primo Cittadino di Civitanova Marche e pubblicata nel primo pomeriggio sulla sua pagina Facebook, la deputata marchigiana Lara Ricciatti per intervenire nel merito della presentazione del libro di Edda Negri Mussolini su Rachele, nonna dell'autrice e moglie di Benito Mussolini, iniziativa prevista in dicembre presso la Biblioteca Comunale di Civitanova Marche e organizzata dalle associazioni Ordine Futuro Marche e Aries Officina nazionalpopolare, riferite vicine a Forza Nuova.

«Mi permetto di scriverle – recita la pagina Facebook dell'Onorevole - perché ho letto che la sua posizione pubblica in proposito non è affatto di condanna, ma a difesa e sostegno dell'evento. Sono quindi venuta a conoscere, con un certo stupore, che riguardo a coloro che avversano quella scelta, Lei parla di critiche strumentali poiché “l'amministrazione è aperta a tutte le iniziative culturali (...) in quanto rispetta la libertà di pensiero e la libertà di espressione di ciascuno”. E apprendo, con preoccupazione, che a suo dire “non si parla di politica né di apologia del fascismo, perché il libro è semplicemente una vicenda familiare", in cui si presenta la figura di “donna Rachele in maniera biografica e intima”. Ed è vero, come lei afferma, che non c'è patrocinio del Comune per questo evento, ma la presentazione è ospitata in luogo pubblico - che come tutti i luoghi pubblici dovrebbe quindi essere inclusivo e antifascista, per legge - ossia quella che è la culla del sapere di ogni città, la Biblioteca comunale».

«Ecco vede, caro Sindaco – prosegue in punta di fioretto Lara Ricciatti - noi siamo uomini e donne delle Istituzioni Per questo ritengo noi si abbiano enormi responsabilità nei confronti della collettività, così come di contro noi abbiamo anche grandi opportunità. Tra le possibilità, ad esempio, quella di farci promotori di cultura; mentre tra le responsabilità quella, il più possibile, di evitare le mistificazioni. Perché vede, se l'occasione dell'incontro – come Lei spiega e mi pare di capire - sarà quella del racconto della vita di una donna come tante altre, allora non si capisce il motivo per cui parlarne. Quindi magari, gentilmente, perché non parlare di tante altre donne che potrebbero essere uno splendido esempio per le nostre giovani generazioni? Posso sommessamente portarle alcune indicazioni. Ad esempio il volume “Leda. La memoria che resta" di Anna Paola Moretti e Maria Grazia Battistoni, che tratta della Resistenza di questa giovane staffetta partigiana, nostra conterranea, Leda Antinori, a cui è per altro dedicato il Circolo ANPI della mia città, Fano, amministrazione che nel 2015 ha votato all'unanimità il divieto di concessione di spazi comunali ad associazioni e/o organizzazioni di matrice neofascista, razzista e xenofoba. Oppure, altra marchigiana, il documentario “Walkiria, una guerrigliera sull’Appennino” di Gianfranco Boiani e Giorgio Bianconi, dedicato a Walkiria Terradura Vagnarelli, affascinante eroina partigiana, tra le più significative della lotta di liberazione combattuta sull’Appennino Umbro-Marchigiano. Mi limito a questi due suggerimenti, ma la lista – “per non dimenticare”, così come è l'invito degli organizzatori che Lei difende - è davvero molto nutrita».

E conclude, facendo preciso riferimento ai gravi fatti di cronaca di questi giorni: «Perché lo sa anche Lei, solo nella giornata di ieri, la scuola Anna Frank della mia provincia, nella stessa Regione dove Lei è Sindaco, è stata imbrattata da svastiche e altre esecrabili scritte neofasciste. Mi pare allora opportuno, con sempre maggior forza e determinazione, che Noi ci si faccia megafono di inclusione e partecipazione sociale, piuttosto che esser strumentali a velare in qualche modo atteggiamenti nostalgici antidemocratici e razzisti. Perché come ebbe a scrivere la piccola Anna Frank sul suo purtroppo famoso Diario: "Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo."».

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