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Sabato 28 ottobre, al via nelle Marche la mobilitazione FAI-CISL su pensioni, occupazione, salari e sfruttamento

Sabato 28 ottobre, al via nelle Marche la mobilitazione FAI-CISL su pensioni, occupazione, salari e sfruttamento

Sabato 28 ottobre al via anche nelle Marche la mobilitazione nazionale promossa dalla FAI-CISL a sostegno di un'agenda di riforme su previdenza, occupazione, retribuzioni e contrasto allo sfruttamento nei settori agroalimentari e ambientali. Ad Ancona a partire dalle ore 9:30 ci sarà il presidio per raccogliere le firme - che verranno raccolte fino a fine 2017 - davanti alla Prefettura in piazza del Papa per sostenere le proposte di riforma avanzate dal sindacato.

Le proposte "mirano ad abbassare l'età pensionabile dei lavoratori agricoli, degli addetti imbarcati della pesca, degli operai alimentaristi del comparto forestale e della bonifica, riconoscendo loro lo status di lavoro usurante". Condizione che permetterebbe di andare oltre la Legge Fornero, "consentendo il pensionamento con 35 anni di contributi".

«Scendiamo in piazza ad Ancona, come in tutta Italia, per dare una svolta ai temi del lavoro e mettere in campo un percorso di riforme concrete per chi lavora in un settore come quello agricolo e dell’industria agroalimentare, dove le basse retribuzioni, il lavoro nero  ma anche quello  grigio,  prestato cioè  da chi è già in pensione  e disponibile ad accettare qualsiasi condizione retributiva, sono all’ordine del giorno – sottolinea Giuseppe Giorgetti, Segretario Generale Fai Cisl Marche, che sabato sarà in piazza del Papa ad Ancona con i lavoratori  -  Criticità che stanno sempre più allontanando i  giovani dal lavoro agricolo.  I dati parlano chiaro, nella nostra regione le aziende agricole registrano un calo, che va  in controtendenza con una crescita nazionale dell’1,3%.- spiega Giorgetti - Nell’ultimo anno abbiamo assistito ad una diminuzione di oltre 2500 addetti, tra coltivatori diretti e dipendenti, passando da  un totale di 16.858 del 2016 ai 14.285  del 2017.  Il popolo dei lavoratori agricoli, che in Italia  raggiunge quasi i 2 milioni di persone vede ancora oggi  negato, ad esempio, il riconoscimento del lavoro usurante  – conclude –  Per questo, come Fai Cisl,  siamo impegnati in prima linea affinché sia dato, finalmente, un riconoscimento dignitoso al lavoro agricolo. E’  una questione di  giustizia sociale».

Tra le priorità della Fai Cisl anche "ammortizzatori sociali rafforzati e davvero universali, anche per le aziende sotto i quindici dipendenti, con il riconoscimento della disoccupazione agricola anche ai lavoratori agricoli a tempo indeterminato e il consolidamento della durata e dell’importo della Naspi, senza decalage".

Sotto il profilo contrattuale, la Fai Cisl invoca inoltre "l’innalzamento delle retribuzioni per i contratti agricoli di prestazione occasionale al livello della media dei contratti provinciali e la piena attuazione della Legge 199 contro il caporalato, con maggiori affidamenti bilaterali per il buon governo del mercato del lavoro agricolo".

Centrale, nei comparti ambientali, "la realizzazione di un piano nazionale contro il dissesto idrogeologico e di una legge per rilanciare il patrimonio forestale e ambientale italiano che individui anche una solida controparte pubblica per il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori forestali, atteso ormai da cinque lunghi anni".

 

 

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