Antonio Megalizzi, il giovane giornalista italiano rimasto gravemente ferito alla testa nell’attacco al mercatino di Natale di Strasburgo, è l’ennesima vittima del terrorismo. Ventotto anni, innamorato del giornalismo e simbolo di un Europa senza barriere, Antonio per una tragica fatalità ha incrociato il proiettile esploso da Cherif Chakatt, suo coetaneo, che martedì scorso ha seminato il terrore in nome di Allah. Dall’attacco alle Torri Gemelle, quando per la prima volta l’Islam ha mostrato al mondo il suo volto peggiore, sono 70 gli italiani che hanno perso la vita in attentati terroristici.
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Dieci gli italiani che morirono nel dirottamento di due aerei che vennero fatti schiantare contro le Torri Gemelle a New York l’11 settembre 2001. Qualche mese dopo la giornalista del Corriere della Sera, Maria Grazia Cutuli, viene uccisa dai talebani in Afghanistan. Un altro connazionale, Roberto Sbironi, che da anni lavorava in Belgio muore negli attentati a Bali nel 2002. E ancora Luciano Tadiotto, un tecnico della provincia di Novara, resta ucciso in una serie di attentati terroristici a Casablanca, in Marocco, che fanno 41 vittime. Nell’ottobre del 2003 la volontaria laica cattolica Annalena Tonelli, di Forlì, viene uccisa a Borama, in Somalia, da un commando islamico. E il 12 novembre 2003 un camion imbottito di tritolo esplode alla base militare italiana di Nassiriya: muoiono 28 persone, 19 italiani e nove iracheni. Pochi giorni dopo l’artigiano Romano Yona muore a Istanbul nell’attacco a due sinagoghe.
Nel 2004 la guardia del corpo Fabrizio Quattrocchi viene ucciso a Bagdad dopo essere stato rapito dalle Falangi Verdi di Maometto. E ancora Antonio Amato, un cuoco di Giugliano, in provincia di Napoli, muore in un attentato terroristico in Arabia Saudita; Enzo Baldoni, giornalista e volontario della Croce Rossa viene ucciso in Iraq; Jessica e Sabrina Rinaudo, 20 e 22 anni, di Dronero in provincia di Cuneo, restano uccise nell’attentato contro l’Hotel Hilton di Taba, in Egitto; Salvatore Santoro volontario viene ucciso ad un posto di blocco in Iraq.
Il 7 luglio 2005, con gli attentati nella metropolitana di Londra, in cui perde la vita la trentaduenne Benedetta Ciaccia, si inaugura la lunga scia di morti per mano islamica in Europa. Sei italiani muoiono in una serie di attentati a Sharm che provocano oltre 60 vittime. Un giovane volontario di Monterotondo, Angelo Frammartino, viene ucciso da un palestinese a Gerusalemme. Il 26 novembre 2008 tra le 195 vittime della serie di attentati di Mumbai c’è anche l’italiano Antonio Di Lorenzo. Nel 2010 Nadia Macerini, insegnante di yoga di 37 anni, muore per una bomba esplosa in un ristorante in India; Pietro Antonio Colazzo, funzionario della Aise (Agenzia di informazione e sicurezza esterna), muore in un attacco suicida compiuto dai talebani a Kabul; Vittorio Arrigoni, attivista pro palestinese venne rapito e ucciso da un gruppo di jihadisti. Nel 2012 Franco Lamolinara, rapito in Nigeria, viene ucciso nel corso di un blitz delle forze speciali britanniche. Ancora in Nigeria nel 2013 Silvano Trevisan viene ucciso perché cristiano. Nel 2015 Giovanni Lo Porto, cooperante rapito il 19 gennaio 2012 in Pakistan, resta ucciso in un raid americano contro una base di Al Qaeda in Pakistan, insieme a un altro ostaggio, l’americano Warren Weinstein. Nell’attentato al museo del Bardo di Tunisi, del 18 marzo 2015, tra i 24 morti vi sono quattro italiani. Pochi mesi dopo Alessandro Abati, 47 anni, di Alzano Lombardo è una delle 14 vittime dell’attacco talebano alla guesthouse di Kabul, in Afghanistan. Cesare Tavella, 50 anni, resta vittima di un agguato nel quartiere diplomatico di Dacca, in Bangladesh. Il 13 novembre 2015 Valeria Solesin, studentessa veneziana di 28 anni, è tra le vittime della strage del Bataclan, a Parigi.
Nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016 a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, quattro terroristi di Al Qaeda nel Maghreb islamico attaccano l’Hotel Splendid e la vicina caffetteria Le Cappuccino, il cui proprietario è un italiano. Tra gli 84 morti, della strage sulla Promenade di Nizza del 14 luglio 2016, cinque sono gli italiani. Sono Angelo D’Agostino (71 anni) e Gianna Musset (68) marito e moglie residenti a Voghera; Mario Casati (90 anni) e Maria Grazia Ascoli (77) di Milano; Carla Gaveglio, quarantottenne di Cuneo. Stesso copione con un camion in corsa al mercatino di Natale di Berlino il 19 dicembre 2016: 12 morti, tra cui Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni, originaria di Sulmona ma che da anni si era trasferita per lavoro nella capitale tedesca. Il terrorismo islamico torna a insanguinare l’Europa il 17 agosto del 2017: un commando colpisce in due tempi, prima sull’affollatissima Rambla di Barcellona e poche ore più tardi nella vicina cittadina di Cambrils. In tutto i morti sono 16. Due sono gli italiani falciati da un’auto kamikaze sulla Rambla: si tratta di Bruno Gulotta, 33 anni, di Legnano e Luca Russo, 25, di Bassano del Grappa.