Una lettera in 24 lingue rivolta direttamente ai cittadini europei. Ad un anno e mezzo del suo discorso alla Sorbona dove lanciava la rifondazione dell’Ue e dopo il fallimento della riforma dell’Eurozona, a causa della solita ritrosia tedesca, il presidente francese Emmanuel Macron ha approfittato del momento buono nei sondaggi interni per rivolgere un «appello urgente» a tutti gli oltre 500 milioni di europei «per un’Europa forte, unita e sovrana». Un chiaro tentativo di issarsi come leader dei “progressisti”, dinanzi a ciò che Macron definisce il ritorno dei «nazionalismi», quando ormai mancano due mesi e mezzo alle elezioni europee.
Citoyens d’Europe, je m’adresse à vous car il y a urgence.https://t.co/fVFZ0O5ekQ
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) March 4, 2019
In una lettera aperta agli europei pubblicata sui quotidiani del Vecchio Continente, l’inquilino dell’Eliseo ha delineato la sua «roadmap per un Rinascimento europeo», esortando a mettere mano all’area Schengen, al fine di ristabilire «la libertà in sicurezza». «L’Europa non è mai stata così necessaria dalla Seconda Guerra Mondiale e non è mai stata così in pericolo», ha sottolineato. Vuole da un lato frenare l’avanzata dei populismi nazionalisti per evitare di cadere nella «trappola europea», costituita «dalle bugie e dall’irresponsabilità» che hanno portato alla Brexit e «che possono distruggere l’Ue». Dall’altro lato però vuole dare il suo contributo per non cadere nell’altra trappola, quella della rassegnazione e dello status quo: «Bisogna fare di più e più in fretta».
E traccia i punti del suo piano per rilanciare l’Ue. Vuole un Consiglio europeo di sicurezza interna per gestire l’immigrazione, con una vera protezione comune delle frontiere e uno spazio Schengen aperto soltanto ai Paesi che rispettano i loro obblighi in termini di responsabilità (rigoroso controllo delle frontiere) e in termini di solidarietà (la stessa politica di asilo, con le stesse regole di accoglienza e respingimento). Suggerisce l’adozione di un nuovo trattato per la difesa e la sicurezza. Tra le proposte avanzate c’è anche quella di una «protezione sociale» che garantisca «ai lavoratori, dell’Est e dell’Ovest, del Nord come del Sud una stessa remunerazione sullo stesso luogo di lavoro e un salario minimo europeo, adattato a ciascun Paese».
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Uno spazio centrale andrà poi dedicato alle politiche climatiche. Macron fissa obiettivi tanto chiari quanto ambiziosi: decarbonizzazione completa entro il 2050 e dimezzamento dei pesticidi entro il 2025, istituendo una Banca europea del clima e una forza sanitaria europea per rafforzare i controlli sul cibo. E suggerisce la creazione di un’agenzia europea «per la protezione delle democrazie» per evitare le ingerenze esterne nelle consultazioni elettorali e proteggere le elezioni nazionali da «cyberattacchi e manipolazioni». «Dobbiamo vietare il finanziamento dei partiti politici europei da parte delle potenze straniere» scrive Macron, che chiede anche di «bandire» da Internet, «attraverso delle regole europee» i discorsi di incitamento all’odio e alla violenza.
Per mettere in modo la macchina riformatrice, il presidente francese annuncia che entro la fine dell’anno verrà lanciata «una Conferenza per l’Europa» aperta anche alla Gran Bretagna. Una sorta di assemblea costituente che dovrà ascoltare i cittadini, il mondo universitario, le parti sociali e anche «i rappresentanti religiosi e spirituali». Da lì dovranno uscire delle proposte concrete per riformare l’Ue «senza tabù, nemmeno quello della revisione dei Trattati». «In questa Europa – scrive – i cittadini avranno ripreso il controllo del loro destino».