Fulvio Tomizza nasce a Materada di Umaga (Istria, oggi Croazia) nel 1935. Dopo gli studi liceali a Capodistria si trasferisce prima a Belgrado e poi a Lubiana per studiare cinema e teatro. In seguito all’assegnazione definitiva dell’Istria alla Jugoslavia nel 1954, si stabilisce a Trieste, dove inizia a lavorare presso la sede regionale della RAI.
Le vicende storiche e umane dei piccoli paesi istriani ispirano sin da subito la sua poetica, come testimonia il romanzo d’esordio Materada dedicato alla cittadina natale e pubblicato nel 1960. Ma la vera prima opera è forse La quinta stagione, data alle stampe nel 1965 (finalista nello stesso anno al Premio Campiello), ma abbozzata già nel 1957.
Seguono quindi La ragazza di Petrovia (1963), Il bosco di acacie (1966), che con Materada formano la Trilogia istriana ristampata nel 1967, e L’albero dei sogni (1969, Premio Viareggio). Dopo una raccolta di racconti e poesie, intitolata La torre capovolta (1971), torna al romanzo nel 1972 con La città di Miriam (1972) e Dove tornare (1974), La miglior vita (1977), L’amicizia (1980), La finzione di Maria (1981), L’ereditiera veneziana (1989) e Franziska (1997).
Romanzi per ragazzi sono invece Trick. Storia di un cane (1975) e La pulce in gabbia (1979), mentre Ieri, un secolo fa (1985) raccoglie i racconti scritti tra il 1954 e il 1984. All’inizio degli anni Ottanta si riaccende la passione per la storia locale e la ricerca d’archivio, quando, dopo accurate ricerche, escono una biografia del capodistriano Pier Paolo Vergerio il giovane (Il male viene dal Nord, 1984), il libro-inchiesta Gli sposi di via Rossetti (1986) e il romanzo storico Quando Dio uscì di chiesa (1987). Tomizza è anche autore di due opere teatrali, Vera Verk (1963), dedicato a un fatto di sangue avvenuto nella campagna istriana negli anni Trenta e messo in scena dal Teatro Stabile di Trieste, e La storia di Bertoldo (1969).
Muore a Trieste nel 1999.