Londra, “A lezione di ‘Ndrangheta”, in cattedra la criminologa calabrese Anna Sergi (2)

A Londra Anna Sergi è diventata un vero e proprio punto di riferimento per gli studiosi della criminologia internazionale.

(Prima Pagina News)
Domenica 28 Ottobre 2018
Londra - 28 ott 2018 (Prima Pagina News)

A Londra Anna Sergi è diventata un vero e proprio punto di riferimento per gli studiosi della criminologia internazionale.

A lezione di ‘Ndrangheta, o meglio: la Ndrangheta spiegata e raccontata agli studenti di una delle Università londinesi più prestigiose del Regno Unito da una sociologa che ha fatto della ricerca criminologica la sua ragion d’essere, ma soprattutto da una professoressa universitaria nata in Calabria, e che della Ndrangheta sa molto più di quanto non sappiamo i più autorevoli studiosi del mondo. A Londra Anna Sergi è diventata un vero e proprio punto di riferimento per gli studiosi della criminologia internazionale, e l’ultimo suo libro “Ndrangheta” (Sergi, A. e Lavorgna, A. (2016) '' ndrangheta.

Le dimensioni locali della più potente mafia italiana', Palgrave Pivot Serie, London-New York: Palgrave Macmillan) ha appassionato la critica specializzata, oltre che i suoi studenti, proprio per la chiarezza ed il rigore con cui la professoressa cosentina ha saputo spiegare agli londinesi il “mito” del crimine calabrese e la straordinaria leggenda del “male aspromontano”. Anna Sergi è figlia d’arte in tutti i sensi. Suo padre, Pantaleone Sergi, giornalista e scrittore, è stato per oltre 30 anni punto di riferimento esclusivo dalla Calabria e dalle regioni meridionali de “La Repubblica”.

Come “inviato speciale” del quotidiano romano, diretto prima da Eugenio Scalfari e poi dopo da Ezio Mauro, direttori a cui Pantaleone Sergi faceva diretto riferimento, ha raccontato 30 anni di fatti di cronaca, senza mai una pausa, giorno per giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, dai sequestri di persona ai primi maxi processi per mafia, dalle inchieste più scottanti sulla politica alle prime novità che il Sud del Paese aveva da raccontare a chi invece preferiva continuare a relegare le regioni più povere nello storico dimenticatoio di sempre, cronista e scrittore a 360 gradi, per giunta impietoso, coraggioso, incapace di piaggerie o peggio ancora di ipocrisie professionali, scontroso, arrogante, a tratti anche saccente, ma soprattutto sprezzante di ogni tipo di minaccia mafiosa, refrattario al potere, e nemico dichiarato delle lobby.

Ieri suo padre, oggi lei, la figlia Anna. E mentre suo padre, Pantaleone, arrivato il momento della pensione riscopre una sua seconda giovinezza, da trascorrere tutta intera nelle biblioteche dell’America Latina per ricostruire la storia della stampa italiana dei primi anni del 900, e le mille vicissitudini dei giornalisti che per primi si cimentarono nel racconto delle prime migrazioni italiane in Sud America, la figlia invece sceglie oggi il terreno della ricerca e dell’analisi su un fenomeno, quello della ndrangheta, che suo padre ha raccontato per anni in maniera davvero magistrale e asettica come nessun altro aveva mai fatto prima di lui.

Insomma, un grande maestro del giornalismo di cronaca lui, una testimone fedele del lavoro del padre cronista lei.

Padre e figlia, oggi sono invece l’immagine reale della continuità assoluta di una professione e di un mestiere, quello dell’inviato speciale, che spesso e volentieri per forza di cose finisce con l’invadere e con l’occupare i piani della ricerca scientifica e dell’analisi sociologica. Buon sangue non mente. Anna Sergi oggi è Vice Direttore del Centro di Criminologia all’Università londinese di Essex. Una storia sempre in salita. Dopo aver completato la laurea quinquennale in giurisprudenza in Italia, all'Università di Bologna nel 2009, laureandosi con il massimo dei voti (cum laude) in Procedura Penale Internazionale ed europeo, Anna finisce a Londra per un “Master of Law” (LL. M.) in Diritto Penale, più esattamente Criminologia e Diritto Penale, al King College, di Londra.

Una volta chiuso brillantemente il suo Master inizia a lavorare nel settore privato per un anno, prima come stagista presso il “Dipartimento Forensics e Riciclaggio di denaro” di Pricewaterhouse Coopers a Milano, e subito dopo sbarca all’Ufficio Legale di Withers LLP a Londra. Nel 2014 consegue un PhD in Sociologia , con specializzazione in Criminologia, presso il Dipartimento di Sociologia dell'Università di Essex, dove si specializza in Ricerca e Analisi dei grandi fenomeni di criminalità organizzata nel mondo, ma l’occasione è quella giusta anche per specializzarsi in Diritto Penale Comparato.

Per Anna Sergi sono gli anni delle prime pubblicazioni importanti, e i suoi primi lavori finiscono sulle riviste più prestigiose di criminologia internazionale. Alla fine, nel settembre 2015, corona il suo sogno, diventa docente di criminologia presso la stessa l'Università di Essex, e qualche mese più tardi viene chiamata come consulente all’Australian Institute of Criminology di Canberra, e subito dopo, come se tutto questo già non bastasse da solo a dare l’idea dello spessore culturale della professoressa Sergi, ad Adelaide come Research Fellow presso la Flinders Law School. Una carriere tutta in salita dunque, ma vissuta e costruita a migliaia di chilometri lontana da casa, tra uno scalo aere e l’altro, tra un jet lag e un seminario internazionale, a diretto contatto, sempre e comunque, con il fior fiore della Giurisprudenza Penale Internazionale.

La cosa che oggi di lei ci colpisce di più è vederla seduta alla sua scrivania in questo austero Dipartimento dell’Università londinese mentre scrive la relazione che dovrà tenere in uno dei tanti Congressi Internazionali dove è stata invitata a parlare di Mafia, o meglio di Mafie: scopriamo che scrive velocissimamente ma solo in inglese, e quando glielo facciamo notare si schermisce con questo suo sorriso magnetico quasi scusandosi, “Si è vero, ormai scrivo solo in inglese, ma penso anche in inglese, e purtroppo ho anche qualche difficoltà ora a scrivere correntemente in italiano.

Se devo fare, o scrivere, qualcosa di importante in italiano allora mando il testo a mio padre perché lo corregga per bene e lo rimetta in bella forma”. Anna Sergi è ritornata per Natale nella sua casa calabrese di Rende, ci resterà appena il tempo di ritrovare vecchie tradizionali e riassaporare vecchi odori di una volta, poi riprenderà il volo per Londra. La sera di Natale attorno alla tavola c’è la sorella più grande Elida, che prima di diventare la giornalista a Roma ha rischiato di fare il Consigliere d’Ambasciata da qualche parte, appena uscita con il massimo dei voti dalla prestigiosa Scuola Diplomatica di Gorizia.

Carattere effervescente, brillante, molto più aperta di Anna, grande esperta di comunicazione scientifica, si occupa di problemi legati alla sanità per l’ANSA. Poi c’è sua madre, medico all’Ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza, specialista in nefrologia pediatrica, donna battagliera soprattutto ora nella sua nuova veste di medico sindacalista e di Presidente dell’Associazione Donne Medico.

E poi c’è il cognato, il marito di Elida, Cleto Romantini, conosciutissimo cronista sportivo, lui lavora al TGR Lazio e segue la Roma con una passione davvero insolita per un non romano. Del papà di Anna, Pantaleone Sergi, invece abbiamo già detto abbastanza, tranne che sta per uscire l’ultimo suo libro, questa volta è un bellissimo romanzo dal titolo “Liberandisdòmini” dove troveremo tantissima Calabria e tantissimo altro Sud. Insomma, una famiglia assolutamente eclettica, poliedrica, versatile e soprattutto “internazionale”. E quanto tutto questo abbia influenzato la vita e la crescita della professoressa Sergi, è davvero difficile dirlo.

Anna Sergi, dunque, moderna intellettuale, e figlia naturale del mondo e del tempo in cui vive. Una sua collega di corso ci racconta anche che prima di entrare all’Università di Essex, Anna Sergi aveva già referenze di altissimo livelli, se non altro per essere già stata Docente di Polizia e Scienze della Criminalità alla University of West London. Ma c’è ancora dell’altro. Nel primi mesi del 2014 Anna lega anche il suo nome e la sua storia accademica, come Assistente di Ricerca distaccata presso la National Crime Agency di Londra, ad un progetto della prestigiosissima Università di Cambridge, nell'ambito del Programma incertezze RCUK globale, spiegando ai suoi autorevoli compagni di lavoro i risultati ottenuti nel mondo occidentale nella lotta contro le grandi Organizzazione criminali. Ma non solo le mafie tradizionali raccontate da suo padre, Cosa Nostra, la ‘Ndrangheta, la Sacra Corona Unita, ma anche le nuove forme del Crimine Organizzato degli Stati Uniti, della stessa Inghilterra, del Galles, e per questo tipo di conoscenza Anna deve molto alle sue frequentazioni esclusive con la Scuola della Legge di New York, elitario Centro di Ricerca sul Rapporto tra diritto e mondo del crimine.

Non si contano più i suoi impegni accademici in giro per il Regno Unito, dall’Università di Essex alla University of West London, all’Università di Roehampton, alla London Metropolitan University. Ancora un dettaglio sulla sua intensa esperienza accademica: Anna è ora Presidente del Early Career Researchers Network of the British Society of Criminology,e fa parte del BSC Executive Committee, come Co-Presidente del Comitato post-laurea, per tre anni consecutivo ricopre il ruolo di Newsletter Editor, all’interno del Comitato Esecutivo dell’ “Executive Committee of the ECPR Standing Group on Organised Crime”.

Insomma, una studiosa a tutto tondo, che potrebbe rientrare in Italia in qualsiasi momento per insegnare agli studenti italiani quello che ha imparato in tutti questi anni in giro per il mondo, ma lei ormai si è così innamorata della campagna londinese che sarà davvero difficile, soprattutto per il padre scrittore, pensare di ritornare a casa. Le ti guarda meravigliata per la domanda, poi con questo suo sorriso radioso ti risponde “Vuoi o non vuoi, una volta arrivati a Londra diventi cittadino naturale del mondo, e anche da qui si può lavorare in nome della tua terra di origine e tornare a casa per un wek end senza problemi. Non crede?”. Non ci sono dubbi, una bellissima storia di emigrazione calabrese a Londra.(2-Fine) B.N.


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