Migranti: Lega e M5s ora litigano sul pasticcio dei rimpatri - QdS

Migranti: Lega e M5s ora litigano sul pasticcio dei rimpatri

redazione

Migranti: Lega e M5s ora litigano sul pasticcio dei rimpatri

sabato 11 Maggio 2019

Salvini scrive a Conte e a Moavero chiedendo "Un salto di qualità", ma i pentastellati lo accusano "Non fare lo gnorri, hai fallito". E bocciano l'idea leghista di un nuovo decreto sicurezza sui transiti in mare

Incassati tre sbarchi di migranti in un giorno nonostante la sua linea dei “porti chiusi”, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, reagisce.

Prende carta e penna e scrive al premier Giuseppe Conte e al ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi per sollecitare “un salto di qualità” sui rimpatri.

In sostanza, per chiedere nuovi accordi bilaterali (“che non sono di mia competenza”) con i Paesi di origine degli stranieri che siano condizionati all’accettazione di una quota di migranti irregolarmente presenti in Italia.

Secca la replica M5S: “Non faccia lo gnorri e si prenda le responsabilità invece di coprire i suoi fallimenti: i rimpatri sono di sua competenza”.

Per tutta risposta, il titolare del Viminale annuncia un decreto sicurezza bis con cui intende riscrivere le competenze sui transiti in mare attribuendo al Viminale il potere di veto.

Iniziativa che innervosisce ulteriormente i Cinquestelle, decisi a bloccare il provvedimento ma convinti che possa essere il Quirinale a bocciare la norma.

Un altro capitolo della guerra ormai quotidiana tra i due alleati di Governo a pochi giorni dalle elezioni Europee.

Con il mare calmo e la Libia nel caos, aumentano le partenze di migranti verso l’Italia.

Salvi, dunque, i 36 migranti soccorsi e portati ad Augusta dalla Marina Militare, i trenta salvati dalla nave Mare Jonio e sbarcati a Lampedusa e la settantina intercettati dalle motovedette di Guardia costiera e Guardia di finanza mentre cercavano si arrivare sull’isola a bordo di un barchino.

L’attenzione di Salvini si è focalizzata sulla Mare Jonio.

“Non entrerà a Lampedusa da nave libera”, aveva annunciato in mattinata, “senza portare via il lavoro ai magistrati”.

Questi ultimi, però, non si sono fatti vivi, e allora il Viminale ha fatto sapere che la nave di Mediterranea saving humans è stata sequestrata “d’iniziativa” dalle Fiamme Gialle che avrebbero rilevato alcune irregolarità.

L’ipotesi accusatoria è quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

“Noi non abbiamo avuto alcuna notifica di irregolarità o di sequestro”, ha ribattuto il capo missione Beppe Caccia e comunque, ha aggiunto, “il sorriso di Alima, la bambina sudanese di 2 anni che abbiamo salvato ieri, vale qualsiasi denuncia e qualsiasi problema giudiziario”.

Per lo stop della Mare Jonio si sono espressi anche Conte e Di Maio.

“Ci siamo sentiti con Salvini e siamo d’accordo sul sequestro, la nave era stata già diffidata, ora si faranno le verifiche”, ha detto il premier, aggiungendo: “ma i migranti a bordo verranno fatti scendere e messi in sicurezza, ci mancherebbe, mica li mettiamo nelle patrie galere o li affoghiamo in mare”.

Di Maio ha ricordato che “questa nave è stata sequestrata un’altra volta, spero che si arrenda e smetta di girare nel Mediterraneo, facendo una serie di azioni che evidentemente hanno qualcosa che non va”.

Inutile sottolineare che se la nave “smettesse di girare” non salverebbe vite umane mentre il governo italiano agisce come se volesse coprire l’autentico Olocausto che si sta consumando nel Mediterraneo.

Ieri c’è stata anche l’ennesima tragedia: settanta morti su un barcone naufragato a quaranta miglia dalle coste tunisine.

Intanto, a dimostrazione che sulla questione migranti le azioni del capo della Lega Nord sono dettate più dalle esigenze di comunicazione che dalla volontà di governare il fenomeno, come detto, ieri Salvini ha aperto un nuovo fronte con la lettera a Conte e Moavero in cui ha rivendicato i 2.179 rimpatri forzati di quest’anno.

Ma per fare di più, ha sottolineato, serve “un vero e proprio salto di qualità nella politica estera nella sua collegialità, investendo profili di natura economica-commerciale e di politica estera tout court, ambiti che travalicano le competenze del mio dicastero”.

Sferzante la replica di fonti M5S vicine al premier Conte: “Salvini ha sempre detto che l’immigrazione e i rimpatri sono temi suoi e ora che sta clamorosamente fallendo con i rimpatri tira dentro Conte e gli altri ministeri. Non usi strategie per coprire i suoi fallimenti”.

L’altra mossa del ministro dell’Interno indigesta per gli alleati è la bozza del decreto sicurezza bis: uno dei 12 articoli “scippa” al ministero delle Infrastrutture incardinandola a quello dell’Interno la competenza “a limitare o vietare il transito e/o la sosta nel mare territoriale qualora sussistano ragioni di ordine e sicurezza pubblica”.

Non esattamente musica per le orecchie dei Cinquestelle.

Così come la norma “spazza clan” per “smaltire l’arretrato nei tribunali” con l’istituzione di un commissario straordinario. Tema che dovrebbe competere al ministro della Giustizia.

I pentastellati sono così intenzionati a non far passare il provvedimento.

E la guerra continua.

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