23 aprile 2018 - 07:05

Ciclabili tra fango e alberi caduti
«Deve cambiare cultura della bici»

Più di 60 le associazioni che hanno aderito alla Bicifestazione del 28 aprile in via dei Fori Imperiali per protestare contro l’idea di città invasa da auto

di Manuela Pelati

La ciclabile che va da Ponte Milvio a Castel Giubileo (Foto La Presse) La ciclabile che va da Ponte Milvio a Castel Giubileo (Foto La Presse)
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La domenica pedalano sulle ciclabili, tra le insidie di arbusti, buche e fango. Durante la settimana combattono in moto, motorini e auto soffocando di traffico e di smog. Non c’è pace per i romani che nel tempo libero vanno alla ricerca di sport, sole e natura in città. Le insidie dopo la neve di febbraio e le piene del Tevere di due settimane fa sono ancora (in parte) lì. In via della Moschea si rischia di scivolare sugli arbusti, rimanere graffiati dai rami e sotto Ponte Sant’Angelo passa la voglia di continuare a pedalare. Il fango ha trasformato la banchina in un deserto con solchi duri e scivolosi. E il viaggio spettacolare tra storia e archeologia da ponte Mazzini, Risorgimento, Sant’Angelo, Sisto fino a Sublicio, può risultare incerto e pericoloso.

In ogni caso i lavori di riqualificazione del Campidoglio per sistemare buche e rifare tratti di asfalto sono stati effettuati in molte zone, come sul Lungotevere della Vittoria nelle ultime settimane e sulla ciclopedonale di Monte Mario già da qualche mese. Per viale della Moschea però niente da fare. «È di competenza del II Municipio» fanno sapere dall’assessorato ai Lavori Pubblici guidato da Margherita Gatta.

Sulle pulizie da arbusti e rifiuti la competenza è invece del dipartimento Ambiente. «Su input dell’Assessorato sono stati effettuati lavori di pulizia e manutenzione del verde su 70,2 km di piste ciclabili su Tevere e Aniene — fanno sapere dal dicastero guidato da Pinuccia Montanari —. È stata tagliata l’erba, sono stati potati gli arbusti e gli alberi limitrofi alla pista». Gli interventi sono stati del valore di 250mila euro e continueranno con un nuovo bando. Intanto d Dall’Agenzia per la Mobilità capitolina comunicano che da inizio aprile è aperto il cantiere della ciclabile sulla Nomentana, lungo 2,7 chilometri, che sarà concluso a fine anno.

Ma secondo le associazioni dei cicloamatori parlare di ciclabili per le città del futuro è riduttivo. «Servono per separare il traffico pesante da quello leggero, ma oggi è necessario un discorso culturale», chiarisce Paolo Bellino, uno dei fondatori di «Salvaiciclisti», l’associazione pronta a scendere in piazza il 28 aprile con una grande «bicifestazione». All’appuntamento, organizzato da circa 60 associazioni per sabato prossimo ai Fori Imperiali, «si attendono migliaia di ciclisti da tutta Italia». «Noi parliamo di un modello di vita nel quale andare in bicicletta in città è prima di tutto una questione di spazio». Nel mirino strade e parcheggi. «Al momento lo abbiamo occupato con la massima quota di macchine, mentre dobbiamo incentivare l’abbandono dell’auto privata in favore del car sharing e del mezzo pubblico». La media europea di 450 auto ogni mille «deve essere un nostro obiettivo. Se guardiamo nell’abitacolo c’è una persona per macchina, che significa impegnare dieci metri quadri invece di un metro e mezzo».

Di spazi parla anche Alberto Fiorillo di Legambiente, uno degli ideatori del Grab, il Raccordo delle biciclette ancora lontano dalla realizzazione: «Bisogna far pagare i parcheggi come in alcune città europee cinque euro l’ora, altrimenti nessuno è invogliato a lasciare l’auto a casa». Fiorillo è convinto della bontà di alcune esempi: «Guardiamo Milano che ha tagliato centomila ingressi di veicoli in un anno realizzando la nuova Ztl del centro». Andando ancora più a nord poi «c’è Amsterdam dove le auto le usano solo il 22% dei residenti». Intanto il Grab è al vaglio della conferenza dei servizi fino a luglio, poi diventa esecutivo e andrà in gara per il 2019. C’è ancora tanto da pedalare.

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