27 dicembre 2018 - 14:52

Manovra, Ncc in piazza a Roma contro il decreto: «Mattarella non firmi»

I manifestanti portano una bara e bruciano un fantoccio con la faccia di Di Maio per protestare contro le nuove regole del noleggio con conducente. Gli autisti hanno portato un documento al Quirinale. Momenti di tensione, accerchiato un tassista

di Carlotta De Leo

I manifestanti danno fuoco al manichino con la faccia di Di Maio  (Imagoeconomica) I manifestanti danno fuoco al manichino con la faccia di Di Maio (Imagoeconomica)
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Una bara in piazza per inscenare il funerale della libertà. Un fantoccio con la faccia del ministro Di Maio dato alle fiamme. E un autista che sale sul palco e si cosparge di benzina. Prosegue la protesta contro la Manovra degli Ncc in piazza della Repubblica, nel cuore di Roma: le centinaia di persone che si sono radunate per protestare contro le nuove disposizioni del governo con l’intensione di dar vita a un sit-in a oltranza: «Da qui non ce ne andiamo finché non viene in piazza il ministro Toninelli». Quando poi la polizia ha accompagnato i manifestanti verso la stazione Termini si sono vissuti momenti di tensione quando un tassista è stato circondato mentre era fermo al semaforo. Le forze dell’ordine sono subito intervenute evitando qualsiasi contatto. I manifestanti - radunati sotto la statua di papa Giovanni Paolo II circondata dalle forze dell’ordine - nel pomeriggio hanno consegnato un documento al Quirinale (la delegazione non ha però incontrato il presidente Mattarella) e promettono::«Se non ci ascoltano bloccheremo il Paese».

Un uomo si cosparge di benzina

Momenti di tensione quando le associazioni degli autisti hanno invitato i manifestanti ad andare via. La cosa però non è stata bene accolta da diversi autisti venuti da lontano per la manifestazione. Uno di questi, con gilet giallo indosso, è salito sul palco allestito su un furgone e si è lanciato della benzina addosso minacciando di darsi fuoco. Poco dopo, altre persone - non appartenenti ad alcuna associazione di autisti — sono salite sul palco urlando: «Da qui non ce ne andiamo», occupando di fatto il furgone per protesta. In molti si stanno sedendo gambe incrociate in piazza dove promettono di «dormire» e «Farci capodanno. Finche’ il ministro Toninelli non viene qui».

Funerale e manichino dato alle fiamme

«La libertà assassinata dal governo del cambiamento»: è questa la scritta sul manifesto funebre affisso su una vera bara, su cui è anche poggiato un tricolore, esposta durante la manifestazione. Ai piedi della bara ci sono anche una pagina gigante della Costituzione con l’articolo 1 e 4, per rivendicare il diritto al lavoro. I manifestanti hanno poi dato fuoco a un manichino con la faccia del vicepremier Di Maio e il cappio al collo e sotto la scritta «schiavo dei tassisti». «Di Maio vieni qui», hanno urlato in piazza.

Il decreto

Il decreto legge 22/2018, inizialmente parte del maxi emendamento alla Manovra e poi stralciato, prevedeva in particolare che gli Ncc potranno operare in ambito provinciale senza dover più tornare in rimessa a patto di avere già nel foglio di servizio più prenotazioni oltre alla prima. Resta inoltre bloccato il rilascio di nuove autorizzazioni in attesa del nuovo «archivio informatico pubblico nazionale» per la registrazione di tutte le licenze, anche dei taxi.

Minacce ai tassisti? «Non vogliamo la guerriglia»

«Non vogliamo la guerriglia, prendiamo le distanze dai facinorosi». Così alcuni dei leader della manifestazione di Ncc a Roma hanno commentatole minacce contenute in alcuni audio, che circolano in gruppi Whatsapp, contro i tassisti con frasi tipo «Vi sfondiamo i taxi». Durante la manifestazione sono diverse le accuse rivolte al governo per «essersi schierato dalla parte dei tassisti contro i lavoratori Ncc», ma non c’è alcuna incitazione alla violenza.

A rischio 200mila lavoratori

Dal primo gennaio 2019 il decreto, secondo le associazioni di categoria, metterà a rischio chiusura 80 mila imprese e oltre 200mila lavoratori perché «determinerà una burocratizzazione eccessiva dell’attività, sproporzionata, oltre che inutile e illogica, ai fini del raggiungimento dello scopo prefissato dal governo». «Ritornare nel proprio garage a ogni corsa non solo è fuori ogni sano criterio economico, ma aumenta traffico e inquinamento, e non si capisce perché si voglia far entrare in vigore questo provvedimento assurdo e incomprensibili», aggiungono gli autisti.

Una delegazione da Mattarella

Il decreto è al Quirinale per la firma del presidente della Repubblica. E proprio a Sergio Mattarella una delegazione di Ncc ha portato un’istanza affinché non firmi il testo, ritenuto incostituzionale. «Agiremo anche in sede legale nei confronti del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, e della parlamentare M5s, Paola Taverna, per le loro dichiarazioni a favore della categoria dei tassisti». «Tra cinque giorni saremo dei fuorilegge, il decreto imposto dal governo è, dal nostro punto di vista, incostituzionale— commenta duramente il presidente di Federnoleggio Confesercenti Luigi Pacilli — Auspichiamo che presidente della Repubblica accolga la nostra istanza e non firmi il decreto».

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