7 giugno 2018 - 20:16

Roma, saluto fascista al liceo. La comunità ebraica contro la preside ‘Invitiamo i ragazzi nel nostro museo’

L’attacco della presidente Ruth Dureghello alla dirigente del Socrate finita nella bufera: «Lesa la coscienza civile». Lettera di 37 professori: «Goliardia? No, gesto incompatibile con la Costituzione». Interrogazione di Liberi e uguali al ministro dell’Istruzione

di Fabrizio Peronaci

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Quella foto di studenti impettiti e con il braccio teso, scattata davanti alla targa d’ingresso per ricordare l’anno appena concluso, ha scatenato un putiferio. Imbarazzo ai vertici degli uffici scolastici, incredulità nella comunità ebraica, indignazione nei partiti di sinistra. Ma non tanto per il comportamento dei ragazzi. Nel mirino è finita lei, Milena Nari, la preside del liceo Socrate della Garbatella, che invece di prendere le distanze ha definito il gesto, quel mettersi in posa come ai tempi del Ventennio, «una goliardata, un gioco», di più, una condotta da non biasimare e, anzi, da inquadrare «tra le libertà di espressione e di manifestazione del pensiero costituzionalmente garantite». Il saluto fascista e la «chiamata del presente» di mussoliniana memoria sinonimi di libertà? I primi a insorgere, ricordando che il Socrate «è a pochi passi dalle Fosse Ardeatine, luogo dell’eccidio di 335 persone nel 1944 per ordine dei nazisti», sono stati proprio i collettivi del liceo. E subito dopo, appena la notizia si è diffusa (e la lettera protocollata il 4 giugno ha cominciato a circolare), le reazioni sono state decine.

Prese di distanza

La presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello
La presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello

La presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, ha espresso «vicinanza» agli studenti che «con coraggio hanno preso una posizione netta contro la decisione della loro preside di ritenere goliardica e d’intento giocoso la foto con i saluti romani» e li ha invitati «in visita al Museo Ebraico di Roma» per spiegare loro «cosa rappresenti quel saluto nella coscienza civile del nostro Paese». Un attacco duro, sul filo dell’ironia: «Se la preside è d’accordo», ha aggiunto la Dureghello. «Esiste un problema nella nostra scuola - ha concluso - se un dirigente scolastico deve essere richiamato dai propri alunni al rispetto dei valori fondanti della nostra Costituzione». Una presa di distanze altrettanto forte è venuta dal direttore dell’Ufficio scolastico del Lazio: «Il saluto fascista al liceo Socrate? Il consiglio di classe deciderà in merito», ha annunciato Gildo De Angelis. E la preside che parla di «goliardata»? «Se davvero lo ha detto, e pare proprio che sia così, sarebbe grave. Poteva risparmiarselo».

«Il ministro chiarisca»

La preside del liceo Socrate Milena Nari
La preside del liceo Socrate Milena Nari

Il caso finisce anche in Parlamento. «A un gesto sbagliato, più o meno consapevole, dei ragazzi si aggiunge l’inadeguatezza della preside - ha commentato Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali - Con i valori antifascisti della Repubblica non si scherza, a maggior ragione quando si parla dell’istituzione scolastica che deve promuovere formazione e conoscenza». Già lo scorso autunno, ai tempi dell’occupazione del Socrate che aveva creato grande tensione tra alunni e presidenza, la professoressa Nari aveva annunciato di volersene andare. Oggi, il suo addio al Socrate nella tempesta appare scontato. «Evidentemente quella dirigente scolastica non può rimanere lì», chiosa Fratoianni. Il deputato di Leu (nonché segretario di Sinistra Italiana) ha annunciato di aver presentato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, «affinché sia fatta chiarezza e vi sia un intervento deciso dell’Ufficio Scolastico Regionale».

Il timore dei ragazzi: arriva CasaPound

L’ingresso del liceo Socrate, alla Garbatella
L’ingresso del liceo Socrate, alla Garbatella

Intanto un misto di rabbia e frustrazione sale tra i colleghi insegnanti. «È incompatibile con la nostra Costituzione qualsiasi gesto che si richiami al fascismo e tanto più riteniamo inaccettabile che ciò si verifichi nel luogo che la stessa Costituzione elegge come agente formativo dei giovani, la scuola», hanno scritto alla loro «capa» 37 professori. La lettera chiarisce meglio quanto accaduto la mattina del 1° giugno. «Non si è trattato del gesto isolato di un singolo, già deprecabile, bensì di un certo numero di studenti di ultimo anno, ritratti insieme nella foto ricordo ufficiale di classe scattata sulla scalinata della scuola». Un altro retroscena è che «inizialmente non sapevamo se far uscire un comunicato, proprio per non ingigantire la cosa - spiega una studentessa - ma dopo la presa di posizione della preside siamo stati costretti a ribattere. Le sue parole, per di più messe nero su bianco, ci hanno sconvolto. Lei qui dovrebbe rappresentare lo Stato, fondato sulla Costituzione antifascista». E serpeggia qualche preoccupazione, adesso. «Anche CasaPound ha fatto un post sulla vicenda - rivela un ragazzo del collettivo del Socrate -. Il timore è che si presentino qui fuori domattina».

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