10 giugno 2018 - 15:54

Migranti, scontro Italia-Malta. Salvini: «Porti chiusi all’Aquarius» Conte: «Noi lasciati soli»

Dopo la decisione del ministro dell’Interno che ha intimato a Malta di accettare la nave con a bordo 629 migranti, interviene il premier Conte: «Ho chiesto a Malta almeno il soccorso umanitario. Non sono disponibili»

di Fiorenza Sarzanini

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Si allarga lo scontro tra Roma e La Valletta sulla destinazione della nave Aquarius,in navigazione nel Mediterraneo con 629 migranti a bordo. Dopo l’ultimatum del ministro dell’Interno Salvini e la indisponibilità ad accogliere la nave nei porti italiani, interviene il presidente del Consiglio. «Al premier maltese Muscat ho chiesto chiaramente che si facesse carico almeno del soccorso umanitario delle persone in difficoltà che si trovano sull’Aquarius - dice Conte - ma si conferma l’ennesima indisponibilità di Malta, e dunque dell’Europa, a intervenire e a farsi carico dell’emergenza». Parole durissime che arrivano dopo una giornata di tensione.

«Siamo preoccupati per la direzione scelta dalle autorità italiane in merito alla nave Aquarius che si trova in alto mare. Vanno in manifestatamente contro le leggi internazionali rischiando di creare una situazione pericolosa per tutti coloro che sono coinvolti» ha scritto in serata su Twitter Muscat.

A nulla è valso nemmeno l’appello Onu. «Stati e attori coinvolti trovino soluzioni rapide che consentano ai migranti e rifugiati dell’Aquarius di essere sbarcati in modo sicuro e rapido. Il rallentamento delle operazioni mette a rischio la salute di centinaia di persone con urgente bisogno di assistenza».

Il Viminale ha fatto sapere che non autorizzerà l’ingresso in un porto italiano della nave Aquarius: il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha scritto una lettera urgente alle autorità de La Valletta proprio per comunicare che quello è il «porto più sicuro», dunque spetta a loro concedere il via libera all’attracco. Su Facebook ha incalzato: «Da oggi anche l'Italia comincia a dire no al traffico di essere umani, no al business dell'immigrazione clandestina». Posizione rimarcata anche dal ministro delle Infrastrutture Toninelli: « Malta non può continuare a voltarsi dall’altra parte quando si tratta di rispettare precise convenzioni internazionali» sostiene.

La riposta di Malta si fa attendere solo poche ore. «Il recupero della nave Aquarius «è avvenuto nell’area di ricerca e salvataggio libico ed è stato coordinato dal centro di Roma. Malta non è l’autorità di coordinamento e non ha competenze su questo caso» afferma un portavoce del governo maltese. La Valletta respinge dunque la possibilità di accogliere Aquarius con il suo carico di migranti ma il premier maltese Muscat prova a disinnescare la tensione con l’Italia. «Malta - ha detto in una intervista radiofonica - intende costruire buone relazioni con l’Italia, nella convinzione che gli interessi di Roma e La Valletta siano simili». « Il mio paese - ha proseguito- ha sempre agito in accordo con le regole internazionali sull’immigrazione e lo dimostrano fatti documentati. Per La Valletta, la priorità resta quella di salvare le vite dei migranti ma è importante che regole e convenzioni internazionali sul salvataggio vengano seguite da tutti».

Con il trascorrere delle ore sale la tensione tra i due Paesi. Il governo maltese «non ha ricevuto comunicazioni da Salvini fino a questo momento», fa sapere un portavoce dell’esecutivo. Parole che vengono smentite poco dopo dall’Italia perché in realtà la lettera per intimare alle autorità de La Valletta di consentire l’attracco dell’Aquarius è stata inviata dal centro di coordinamento della guardia costiera di Roma - che aveva diretto le operazioni di soccorso durante la notte - alla guardia costiera maltese. Una procedura che viene sempre seguita in questi casi.

Sulla posizione dell’Italia interviene, dopo ore di tensione con Malta, anche l’Onu. «Il salvataggio di vite in mare deve restare una priorità assoluta di ogni governo» dice la portavoce dell’Unchr per i rifugiati per il sud Europa Carlotta Sami. Si fa sentire anche Medici senza frontiere. La preoccupazione è per gli oltre 600 a bordo. « Temiamo che ancora una volta la politica degli stati europei sia posta al di sopra delle vite delle persone. La priorità deve essere la sicurezza e il benessere di chi è a bordo» scrive Msf.

Quella dell’Onu non è una voce isolata. Nel pomeriggio di domenica, intervistato dal programma di RaiTre «Mezz’ora in più», il fondatore di Emergency Gino Strada ha attaccato la politica migratoria del governo appena insediato. «Sono sconcertato. Ho 70 anni e non pensavo più di vedere ministri razzisti o sbirri alla guida del mio Paese. Non hanno considerazione delle vite umane» ha detto Strada che però non ha risparmiato critiche anche al predecessore di Salvini al Viminale Marco Minniti accusandolo di «aver prodotto morti». «Io in questa società - ha scandito - non mi ritrovo più e cercherò alternative. Ad esempio andarmene da questo Paese» anche perché «la risposta migliore sarebbe non avere al governo dei razzisti».

Attacchi a Salvini anche dal Pd. «Il rifiuto di accogliere persone che fuggono da guerre, violenza, povertà e miseria é un atto vergognoso contro la dignità umana - dice il senatore Pd Pittella mentre il segretario reggente del Pd Martina invita il premier Conte ad assumere l’iniziativa. Arriva anche la presa di posizione del sindaco di Napoli De Magistris. «Se un Ministro senza cuore lascia morire in mare donne incinte,bambini,anziani,esseri umani,il porto di Napoli è pronto ad accoglierli.Noi siamo umani,con un cuore grande.Napoli è pronta,senza soldi,per salvare vite umane» scrive su Twitter. Gli fa eco il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. «Palermo, la città che a partire dal proprio nome è “tutta un porto”, è stata e sarà sempre pronta ad accogliere le navi, civili o militari che siano, impegnate nel salvataggio di vite umane nel Mediterraneo. Quelle navi e quegli uomini che rispettano la legge del mare e la legge internazionale, sottraendo alla morte uomini, donne e bambini che alcuni vorrebbero consegnare nelle mani della criminalità internazionale» dice il primo cittadino

La decisione italiana segna la linea anticipata dal ministro Salvini e che si è deciso di mettere subito in pratica. Appena dopo il suo insediamento, e ancora ieri, il titolare del Viminale aveva ribadito che sarebbe stato impedito alle Ong «di continuare svolgere il ruolo di taxi del mare». E adesso la scelta di non indicare un porto italiano apre ufficialmente il contenzioso con Malta. A bordo ci sono migranti partiti dalla Libia e soccorsi in varie operazioni nel corso della notte. Tra loro 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte.

Sabato sono giunti a Pozzallo e a Reggio Calabria due diverse imbarcazioni delle Ong con a bordo complessivamente più di 400 migranti che erano stati salvati in mare e ai quali Malta aveva negato l’ingresso in porto. Per questo Salvini aveva attaccato duramente: «Non possono dire sempre no alle richieste di aiuto». La replica era stata affidata al Time of Malta con una nota nella quale veniva smentito il diniego, ma sono stati proprio i responsabili della Ong Sea Watch a confermare di essere stati respinti. «Se qualcuno pensa che si ripeterà un’estate con sbarchi, senza muovere un dito, non è quello che farò come ministro. Non starò a guardare», aveva detto sabato Salvini. E adesso ha deciso di mettere in pratica la decisione.

Appare evidente che la Libia abbia deciso di allentare i controlli visto che in tre giorni sono partiti da quelle coste più di mille migranti. Per il governo guidato da Giuseppe Conte si pone dunque l’immediato interrogativo sulla eventuale conferma delle intese e dunque sugli aiuti che l’Italia è disponibile a concedere in cambio di una collaborazione rispetto al controllo del territorio e all’accettazione dei rimpatri. Tenendo conto che le navi delle Ong sono in mare e continueranno a soccorrere queste persone, nella consapevolezza che senza l’aiuto molti rischierebbero di morire.

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