15 giugno 2018 - 11:48

Stadio della Roma, Virginia Raggi per un’ora in procura come testimone sul ruolo di Lanzalone|I coinvolti

I magistrati vogliono accertare i rapporti reali della sindaca con ex presidente di Acea, vero referente per il progetto. Oggi gli interrogatori di garanzia. Il presidente del Coni Malagò indagato, chiede subito di essere ascoltato dalla procura

di Fiorenza Sarzanini e Redazione Roma

Raggi lascia il Campidoglio (LaPresse) Raggi lascia il Campidoglio (LaPresse)
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È terminato il colloquio di Raggi in procura: è durato circa un’ora e al termine, la sindaca, non ha rilasciato dichiarazioni. Raggi era stata convocata dai magistrati come testimone nell’inchiesta sullo stadio che ha portato all’arresto di nove persone (compreso il costruttore Luca Parnasi) e all’iscrizione sul registro degli indati 27 persone tra cui anche il presidente del Coni Giovanni Malagò e il sovrintendente Francesco Prosperetti. I magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo vogliono accertare che cosa sia accaduto durante le trattative per la costruzione dello stadio e accertare i suoi rapporti reali con Luca Lanzalone (l’ormai ex presidente di Acea) visto che secondo il giudice era lui il vero referente per il progetto. Nel suo interrogatorio l’ex assessore all’Urbanistica Paolo Berdini ha detto che «il vero assessore allo Stadio era Lanzalone».

Chi sono gli arrestati e gli indagati nell’affaire nuovo stadio della Roma
Luca Lanzalone (arresti domiciliari)

Lanzalone: «Mai compiuto illeciti»

Subito dopo Raggi, i pm, hanno iniziato gli interrogatori di garanzia degli arrestati. «Nella mia vita non ho mai compiuto nulla di illecito, respingo con forza ogni addebito». Si è difeso Luca Lanzalone, davanti al gip Maria Paola Tomaselli. Completo blu e teso in volto, l’ex presidente dell’Acea, assistito dall’avvocato Giorgio Martellino, ha risposto per circa tre ore alle domande della magistrata. La procura contesta all’avvocato genovese un episodio di corruzione per avere ricevuto dall’imprenditore Luca Parnasi la promessa di consulenze per il suo studio legale per circa centomila euro. Al termine dell’interrogatorio il difensore ha presentato istanza di scarcerazione. Poco prima dell’interrogatorio dell’ex consulente è stata la volta del vicepresidente del consiglio regionale del Lazio, Adriano Palozzi, anche lui agli arresti domiciliari, che però ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Facoltà di cui anche Parnasi, detenuto nel carcere di San Vittore a Milano, sarebbe intenzionato di avvalersi. Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha appreso venerdì mattina di essere indagato: in una dichiarazione, il Coni ha ufficializzato la posizione di Malagò nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio e ha chiarito che il presidente del comitato olimpico «ha subito dato incarico al suo legale, avvocato Carlo Longari, di chiedere alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma di essere interrogato quanto prima per chiarire la sua posizione».

Lettera del direttivo della Casa delle donne

Andando all’appuntamento in procura, la sindaca ha detto: «Andrò come testimone per un vicenda che mi vede parte lesa. Ricordo che la procura ha già detto che non c’entro niente. Per favore non iniziamo con il solito fango». Giovedì sera, invece, durante la trasmissione di Bruno Vespa, Raggi ha accusato di essere discriminata. Su questo tema, venerdì, il direttivo della Casa internazionale delle donne ha risposto con una lettera a lei indirizzata: «Cara sindaca Raggi, francamente non sappiamo se l’accanimento da lei denunciato in tv contro di lei sia effettivamente discriminatorio ma certo non saremo noi a negare, poiché l’accanimento sessista esiste, e anche lei ne può essere vittima. Proprio per questo, quando fu eletta, festeggiammo la prima donna sindaco di Roma. Quello che sappiamo è che da allora negli atti da lei compiuti non si è mai espresso né senso di solidarietà né riconoscimento alle donne e alla politica delle donne. A cominciare dalla vicenda che ci riguarda (lo sfratto dell’associazione dal palazzo di via della Lungara voluto da Raggi ndr.) e che valorizza l’importanza della autonomia e della cultura delle donne. Ci auguriamo che in queste giornate per lei drammatiche, che le hanno fatto scoprire la discriminazione, trovi il tempo di convocare il tavolo di trattativa che si era impegnata a riunire per la metà di giugno».

Nell’informativa un intero capitolo su Malagò-Parnasi

Dall’informativa dei carabinieri agli atti dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma emerge l’esistenza di «una stretta relazione» tra il presidente del Coni Giovanni Malagò e l’imprenditore Luca Parnasi, «i quali interloquiscono tra loro anche di questioni inerenti la progettualità relativa allo stadio della Roma e quella relativa allo stadio del Milan». Al rapporto di amicizia tra i due è dedicato un intero capitolo. Parnasi «interessa Malagò per la questione stadio della Roma e per l’embrionale progetto dello stadio del Milan e questi si offre come tramite per interloquire con personaggi istituzionali ovvero con la dirigenza della squadra calcistica».

Stadio della Roma, un progetto che parte da lontano e attraversa tre giunte
L’inizio nel 2012

Parnasi a Baldissoni: «Sto per incontrare Malagò»

Sempre in tema di progetto dello stadio della Roma, il 16 giugno 2017 Parnasi riferisce a Mauro Baldissoni, dg del club giallorosso, «che sta per incontrare Malagò affinché questi gli faccia conoscere tale Luca, che dal contesto della conversazione potrebbe identificarsi nel ministro dello sport Luca Lotti. Parnasi ribadisce che, prima di Baldissoni, anche Malagò si era reso disponibile a metterlo in relazione con “Luca”. Baldissoni, però, dubita che l’intervento di Malagò possa giovare ulteriormente». E ancora: il 2 dicembre 2017 Parnasi racconta ad un collaboratore di Fassone, direttore generale del Milan, di aver intenzione di chiedere a Giovanni Malago’ «un supporto per il progetto del nuovo stadio del Milan». In ogni caso, «da ricerche su fonti aperte, emerge chiaramente che Malagò si era schierato a favore della realizzazione del nuovo stadio della Roma» («Progetto ambizioso: il no sarebbe clamoroso», diceva in un’intervista al Corriere dello Sport). La mattina dell’11 marzo di quest’anno, infine, Malagò e Parnasi si incontrano in via dell’Acqua Acetosa, probabilmente al Circolo Canottieri Aniene, e il presidente del Coni coglie l’occasione per presentare a Parnasi il compagno della figlia: quest’ultimo, un paio di settimane più tardi, si reca nell’ufficio dell’imprenditore in via Emilia per un colloquio di lavoro. Parnasi gli parla di una possibile, futura collaborazione, il giovane si dice interessato e i due «si riservano di approfondire la questione».

Il futuro dello stadio

Intanto, in Campidoglio si è tenuto un vertice sul futuro dell’impianto giallorosso a Tor di Valle tra la sindaca Raggi e il dg della Roma Mauro Baldissoni. -«Per maggior sicurezza dei cittadini, dell’amministrazione e della Roma avvieremo immediatamente una verifica. Se questa verifica darà esito positivo, si potrà continuare - ha detto Raggi - Per tutto il resto, confidiamo nella magistratura. Noi vorremo proseguire con questo progetto nel solco della legalità, e questa verifica è una ulteriore garanzia». «Vogliamo salvaguardare il progetto su cui abbiamo lavorato per tanti anni» ha aggiunto Baldissoni. Dopo un iter travagliato fatto di lungaggini burocratiche e varianti, ora lo stadio potrebbe rischiare un ritardo record di dodici mesi.

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