12 luglio 2018 - 00:12

L’indagine prima dello sbarco

La motovedetta oggi a Trapani. Salvini: voglio i violenti in manette.

di Fabrizio Caccia

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Il ministro 5Stelle delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha scelto il porto di Trapani per far sbarcare i 67 migranti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera, che dal suo ministero dipende. L’indicazione del porto, però, di solito spetta al Viminale e la posizione del ministro dell’Interno, il leader della Lega Matteo Salvini, non cambia: «Prima di concedere qualsiasi autorizzazione attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori, dei finti profughi, che invece che in un albergo finiranno in prigione per le loro azioni a bordo della Vos Thalassa. Dovranno scendere dalla nave Diciotti in manette...». Così, ieri sono già saliti sulla Diciotti in navigazione agenti di polizia per fare luce sulle presunte minacce rivolte da alcuni migranti all’equipaggio dell’altra nave italiana, la Vos Thalassa, che li aveva salvati domenica. Minacce che avevano indotto i marinai italiani a chiedere l’intervento della Diciotti. Ma non spetta a un ministro decidere dell’arresto di qualcuno. Salvini, però, non sembra interessato alle questioni di competenza. E rilancia: «La settimana prossima inizieremo a chiedere il cambio della missione europea Sophia». Su cui, però, il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha già ricordato che la competenza non è del Viminale. Ma tant’è. Salvini va avanti: «I porti italiani sono aperti solo alle navi delle autorità italiane, non ad altri», risponde così all’altro vicepremier, il 5Stelle Luigi di Maio, che propone di riaprire i porti alle Ong che rispettino le regole. Sul «caso Diciotti», però, il ministro ha tutti contro. Da Di Maio: «Non è immaginabile che noi chiudiamo i porti ad una nave italiana». Per il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin: «La chiusura dei porti non è certamente la soluzione». Eppoi Gregorio De Falco, il comandante che apostrofò Schettino, oggi senatore 5Stelle: «Una nave della Guardia Costiera è una nave istituzionale. Impedire che entri in un porto dello Stato è inaccettabile». Infine, Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali: «Salvini nel suo ruolo di ministro dell’Interno-Difesa-Giustizia-Trasporti vuol vedere i migranti della nave Diciotti in manette. Manco avessero truffato 49 milioni di euro agli italiani...». L’allusione è ai rimborsi che la Cassazione ha ordinato alla Lega di restituire.

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