19 luglio 2018 - 12:07

La Cei e i migranti: osare la giustizia unica via contro l’imbarbarimento

La Conferenza episcopale italiana si schiera per l’accoglienza: «Ci sentiamo responsabili di questo esercito di vittime di guerre, fame, deserti e torture. Inquietudini e paure non condizionino le nostre scelte e non alimentino un clima di diffidenza, rabbia e rifiuto». La replica di Salvini: «Non riapriremo i porti»

di Ester Palma

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«L’esercito di poveri, vittime di guerre e fame, di deserti e torture, mentre impedisce di chiudere frontiere e alzare barriere, ci chiede di osare la solidarietà, la giustizia e la pace»: la presidenza della Conferenza episcopale italiana scende ufficialmente in campo a favore dei migranti. Con una nota diffusa in mattinata, molto esplicita contro le politiche del governo, e che segue l’insegnamento di papa Francesco che per i migranti e l’accoglienza si è sempre speso moltissimo. «Come Pastori della Chiesa - sottolineano i vescovi - non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Ma rispetto a quanto accade non intendiamo volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determinino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto».

«Quegli occhi sbarrati»

I vescovi prendono spunto dalle foto di Josephine, la donna strappata nei giorni scorsi alla morte dopo due giorni aggrappata a un pezzo di legno in mezzo al Mediterraneo, per ribadire che «gli occhi sbarrati e lo sguardo vitreo di chi si vede sottratto in extremis all’abisso che ha inghiottito altre vite umane sono solo l’ultima immagine di una tragedia alla quale non ci è dato di assuefarci. Ci sentiamo responsabili di questo esercito di poveri, vittime di guerre e fame, di deserti e torture, di questi uomini e donne e bambini con storie di sofferenza e abbandono». Aggiunge il testo della Cei: «Come vescovi, animati dal Vangelo di Gesù Cristo continuiamo a prestare la nostra voce a chi ne è privo. Camminiamo con le nostre comunità cristiane, coinvolgendoci in un’accoglienza diffusa e capace di autentica fraternità. Guardiamo con gratitudine a quanti, accanto e insieme a noi, con la loro disponibilità sono segno di compassione, lungimiranza e coraggio, costruttori di una cultura inclusiva, capace di proteggere, promuovere e integrare. In modo inequivocabile avvertiamo che la via per salvare la nostra stessa umanità dalla volgarità e dall’imbarbarimento passa dall’impegno a custodire la vita. Ogni vita. A partire da quella più esposta, umiliata e calpestata».

La replica di Salvini

Alle parole della Cei, il ministro dell’Interno Salvini replica con una risposta secca: «Salveremo quante più vite è possibile facendo partire meno gente possibile». Così il vicepremier a chi gli ha chiesto dell’intervento dei vescovi italiani sull’immigrazione. Ma riaprirete i porti alle Ong?, è stata l’ulteriore domanda. «No», ha risposto il ministro.

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