26 novembre 2018 - 21:03

Il ringhio di Rino Gattuso su Salvini: l’sms del ministro per far pace

Il capo leghista lo critica, ma l’allenatore è più duro di Merkel e Juncker

di Fabrizio Roncone

Il ringhio di Rino Gattuso su Salvini: l’sms del ministro per far pace
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l tempo della politica, qui da noi, in Italia, vola e cambia in un soffio. C’è una foto che dice tutto, che spiega tutto.

La scattano allo stadio Meazza, è la sera del 20 novembre di due anni fa, appena due anni fa: gruppone milanista della serie nostalgia canaglia con Silvio Berlusconi al centro e tutt’intorno un po’ di giganteschi ex come Franco Baresi ed Ambrosini, Oddo e Jankulovski, Paolo Maldini e Massaro (che tiene un braccio al collo del grande Teo Teocoli).

Dietro al gruppone, mezzo nascosto, spunta però il faccino di uno che, pur di entrare nello scatto fotografico, s’è chiaramente messo sulle punte dei piedi.

Guardate bene. Sì, è il suo: è il faccino di Matteo Salvini. All’epoca, pensate, stava messo così. Sulle punte dei piedi.

Adesso invece al termine di Lazio-Milan, finita 1 a 1, eccolo che esce dall’Olimpico nell’umida notte romana di domenica e dice che lui, al posto di Rino Gattuso, qualche cambio l’avrebbe fatto. Stretto nel suo giubbino da stadio (stavolta però non quello dei camerati di Casa Pound, sfoggiato in altre occasioni), l’aria e la voce tra il seccato e lo sprezzante, il passo svelto e sicuro dei potenti verso il corteo di auto con i lampeggianti accesi che aspettano il tifoso milanista diventato, nel volgere di appena due anni, ministro dell’Interno, vice-premier, grande capo incontrastato della Lega e, di fatto, l’uomo più amato dagli italiani (se i sondaggi non sbagliano, anche se poi — qualche volta — in effetti sbagliano).

Salvini s’è rapidamente abituato a tutto, anche a non essere contraddetto.

Sì, certo: ci prova, ogni tanto, Luigi Di Maio, ma i risultati sono quelli che sono. Giancarlo Giorgetti magari lo sa prendere meglio, conosce il verso giusto. Però, insomma: non s’era ancora trovato uno che rispondesse a brutto muso al Capitano leghista.

Il fatto è che Rino Gattuso — che del Milan, prima d’essere allenatore, è stato sul serio capitano — un muso brutto ce l’ha di natura («Ringhio», il soprannome di quando era un calciatore rossonero: ha vinto 2 Champions, 2 scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe italiane, 2 Supercoppe europee e, in più, ricorderete, ci mise su la ciliegiona del Mondiale 2006).

Perciò, in sala stampa, con quel suo strano accento da calabrese emigrato (iniziò diciottenne la carriera in Scozia, con la maglia dei Rangers di Glasgow), Gattuso risponde duro al ministro milanista: «A Salvini dico di pensare alla politica, perché abbiamo problemi molto grandi in Italia. E se ha tempo di pensare anche al calcio, vuol dire che siamo messi proprio male».

Salvini, in realtà, ha tempo per fare un mucchio di cose: parla di Tav, Tap, Pedemontana, pensioni, immigrazione, condoni, prescrizione, poi va alla Fiera della motocicletta di Milano, alla Fiera dei cavalli di Verona, polemizza con Jean-Claude Juncker, s’arrabbia con Angela Merkel, si allunga alla Lumsa di Roma per un convegno sulle sette esoteriche, va da Barbara D’Urso e da Lilli Gruber, incontra la Coldiretti a Cernobbio, Putin a Mosca, prima gli toccava passare negli studi Rai de «La prova del cuoco», ora invece passa e ripassa a farsi fotografare cavalcioni ad una ruspa sui villini in macerie dei Casamonica ed è perciò chiaro che uno così, caro Gattuso, sì, certo che lo trova anche il tempo per parlare di calcio.

Infatti. Dopo il derby milanese dello scorso ottobre (Inter-Milan 1 a 0), disse: «Abbiamo perso per colpa di Gattuso e Donnarumma. Del resto, il Milan ha giocato per evitare danni, alla Mario Monti, con la Fornero in porta». Poi, dopo l’espulsione di Higuain in Milan-Juventus, randellò ancora: «L’argentino è indegno. Ero allo stadio con mio figlio e mi sono vergognato. Due giornate di squalifica sono anche poche» (mentre il Milan sperava fortemente di riuscire a farsene scontare una).

Insomma, è chiaro: Gattuso se le era segnate. Con Salvini aveva un problema aperto. Il carattere però spiega qualcosa, non tutto. Una volta, in chissà quale spogliatoio, la buttò lì: «Io, Gennaro detto Rino, vi dico che voi nemmeno lo sapete cos’è la dignità». Salvini comunque ha incassato la risposta, ci ha pensato su una notte, e poi ha detto: «Gattuso è il miglior allenatore che il Milan possa avere, io ho solo parlato da tifoso. Anzi, guardate, sapete che faccio? Tra mezz’ora gli telefono».

Mi sa che non gli ha risposto. Sembra si siano scambiati solo un sms (in ogni caso, non crediate che Gattuso con quel suo muso brutto da uomo forte, leale, testardo, sia antipatico; anzi, è capace di improvvisi scarti di ironia. Quando pubblicò il suo libro autobiografico, «Se uno nasce quadrato non muore tondo», alla presentazione si voltò di colpo: «Si tratta, come è chiaro, di un’opera fondamentale della letteratura calabrese»).

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