4 settembre 2018 - 07:44

Roma, sull’Appia via il Centro sociale ma rimane lo spazio occupato da Forza Nuova

La preoccupazione tra i residenti di via Taranto. I locali sono di proprietà dell’Ater, dunque uno spazio pubblico, occupato l’anno scorso: «Mancano spazi di aggregazione»

di Valentina Mira

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«Se dev’essere sgomberato il centro sociale Sans Papier, in viale Carlo Felice, perché non liberare pure i locali occupati da Forza Nuova in via Taranto?», si chiede Anna, 51 anni. La donna, una barista di via Appia, si dice preoccupata per la figlia: «Mi racconta che a scuola va di moda alzare il braccio destro e inneggiare al duce. Perché la sindaca non si preoccupa anche di quello spazio?». La pensa allo stesso modo Giorgio, 27 anni, che abita a Ponte Lungo: «Ogni volta che passo davanti ai locali occupati da Forza Nuova mi viene l’ansia». Si riferisce poi alla manifestazione di centinaia di braccia tese in occasione dell’anniversario della strage di Acca Larentia, il 7 gennaio: «Hanno invaso il quartiere».

Spostandosi verso via Gallia, un’altra ventisettenne del quartiere, Chiara, evidenzia la carenza di spazi di aggregazione per i giovani. «Io ho frequentato gli scout da piccola», racconta, «un ambiente legato alla religione cattolica. E per tutti gli altri? Quest’estate è stato chiuso anche il cinema Maestoso, praticamente l’unico della zona. Ci sono solo sezioni di destra. In un quartiere dove l’età media è alta, dato che le case non costano poco, cosa c’è per noi giovani?».

Lo spazio di Forza Nuova, in via Taranto, è un ampio locale di proprietà dell’Ater, dunque uno spazio pubblico, che è stato occupato l’anno scorso. Forza Nuova l’ha adibito a mensa per soli italiani, «un’attività - notano i ragazzi della zona - che non tiene conto della Costituzione, che vieta la discriminazione in base alla razza».

Diversa la storia (e l’utilizzo) del Sans Papier, nato 14 anni fa per iniziativa di abitanti dell’Alberone e dell’Esquilino. Le sue attività vanno dai corsi di italiano per stranieri, a uno sportello per il diritto ad abitare, a dei corsi di formazione per le nuove tecnologie. Racconta un attivista: «Abbiamo ospitato gratis molte compagnie teatrali, fondato una web radio. Questo quartiere è tristemente noto per i BanglaTour, nome dato a pestaggi di estrema destra ai danni dei bengalesi. Noi abbiamo lavorato per l’integrazione. Quando è stato chiuso il centro di accoglienza di viale Castrense, siamo stati l’unico punto di riferimento dei migranti della zona. Spero che i proprietari decidano la linea del dialogo, il quartiere ha bisogno di spazi così. Danno respiro».

Mentre l’occupazione di viale Carlo Felice è nel mirino degli sgomberi, quella di via Taranto si sente abbastanza al sicuro, tanto da firmare un murale a mo’ di biglietto da visita. All’incrocio tra via Appia Nuova e via Saluzzo, proprio sul muro dell’As Roma Store, campeggia una svastica. Sotto un indirizzo scritto a lettere cubitali: «Via Taranto 57». Giordana, 28 anni, lavora nel negozio romanista e commenta così: «È un continuo pulire i muri e veder ricomparire cose del genere. Noi questa situazione la subiamo».

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