15 settembre 2018 - 22:59

Berlusconi-Salvini, il no al tetto per gli spot? Di lui ci si può fidare...

Oggi l’incontro di Arcore: i piani sulle Regionali e la manovra. Il leader di FI, che avrà al suo fianco Tajani, vuole gettare le basi per rilanciare il centrodestra

di Tommaso Labate

Matteo Salvini e Silvio Berlusconi Matteo Salvini e Silvio Berlusconi
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«Bene, è il segno che con Salvini si può ragionare». Silvio Berlusconi ostenta il migliore dei sorrisi quando i suoi uomini gli fanno vedere il lancio dell’Agenzia Italia che dà conto della contrarietà della Lega al tetto massimo alla pubblicità in tv. Sono poche righe, attribuite «a fonti del Carroccio». E recitano proprio così: «Non siamo d’accordo a un eventuale tetto alla pubblicità in tv». Inutile dire quanto la norma sia cara a Mediaset, come inutile è sottolineare che le diplomazie di Lega e FI, sul punto, si erano già confrontate. Ma vedersele scritte nero su bianco è la prova che il leader della Lega ha già avvisato gli alleati di governo, a cominciare da Luigi Di Maio. Nessuna sorpresa dell’ultimo minuto, nessun cardiopalma sugli emendamenti alla legge di Stabilità, «nessuno scherzetto», ripete l’ex premier ai suoi.

È uno dei pochi sorrisi che ad Arcore riescono a sfoderare alla vigilia del faccia a faccia tra Berlusconi e Salvini in programma oggi, probabilmente (le agende si sono sincronizzate sulla data ma non ancora sull’orario) durante la partita di stasera del Milan a Cagliari, da vedere insieme. Il vicepremier, infatti, ha tutta l’aria di chi vuole far passare l’appuntamento come una via di mezzo tra il saluto a un amico e la visita di cortesia. Per questo, tra le altre cose, potrebbe presentarsi a villa San Martino senza Giorgetti.

Forza Italia, al contrario, ha la voglia e il bisogno di trasformare l’incontro Berlusconi-Salvini in un «vertice di centrodestra» a tutti gli effetti. Proprio perché l’obiettivo degli azzurri è ascoltare, dalla viva voce del ministro dell’Interno, la certificazione che il centrodestra esiste ancora. Non a caso, insieme al padrone di casa, sarà presente il vicepresidente del partito Antonio Tajani. E non a caso, nella lista delle richieste del leader azzurro, ci sarà la voglia di chiudere un macro-accordo — una specie di nuovo «contratto di coalizione» — che tenga dentro tutto. Compresa la distribuzione delle candidature alle prossime Regionali, dall’Abruzzo alla Basilicata, dal Piemonte alla Sardegna.

In cambio, Berlusconi potrebbe promettere un «atteggiamento diverso» di FI su tutta la grande partita della legge di Stabilità, a cominciare dai punti che erano compresi nel programma del centrodestra alle elezioni. Oltre al via libera alla presidenza Rai di Marcello Foa, su cui comunque pende come una spada di Damocle l’interpretazione di una norma che sta irrigidendo M5S. «Nessuna legge vieta il riproporre la candidatura, abbiamo rassicurazioni in questo senso da giuristi di alto livello», ha detto ieri il diretto interessato. Come niente, al momento, impedisce a Salvini di sponsorizzare la candidatura di Alessio Lanzi — avvocato di Confalonieri ma anche ex legale di Mills — alla vicepresidenza del Csm.

Resta lo scoglio iniziale. Incontro di piacere o vertice a tutti gli effetti? Stretta di mano o nuovo contratto di coalizione, con tanto di comunicato finale? La differenza tra Salvini e Berlusconi è tutta là e non è di poco conto. E chissà che il futuro della coalizione non passi anche attraverso il segno in schedina del Milan, l’unica cosa amata incondizionatamente da entrambi. Al momento.

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