«Chiara è una santa dei nostri tempi. Ha creduto veramente al Vangelo fino in fondo. Questo rende la sua umanità affascinante. È un grande dono per la Chiesa». Con un cerimonia solenne nella Basilica di San Giovanni in Laterano il cardinal Vicario di Roma Angelo De Donatis ha aperto ufficialmente la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione di Chiara Corbella Petrillo, già riconosciuta come «serva di Dio», il primo passo verso gli altari. La storia della ragazza romana già amatissima dai giovani e dal «popolo di Internet», morta a 28 anni nel 2012 per un cancro che non curò in tempo per proteggere il bambino di cui era incinta, è semplice se vista con gli occhi della fede, terribile se guardata dalla prospettiva terrena.
A 24 ani, nel 2008, pochi mesi dopo le nozze con Enrico Petrillo, incontrato durante una visita al santuario di Medjugorje, scopre di essere incinta. Ma la bambina si rivela anencefalica, una malformazione incompatibile con la vita: «Ma non con quella eterna», dicono lei e il marito. Chiara sceglie di accompagnare la piccola Maria Grazia Letizia fino alla nascita, avvenuta il 10 giugno 2009, e alla morte, poche ore dopo. Qualche mese dopo Chiara è nuovamente incinta. Ma anche a Davide Giovanni viene però diagnosticata una grave malformazione e anche lui morirà poco dopo la nascita, il 24 giugno 2010. Entrambi i funerali dei neonati vengono vissuti nel dolore, ma anche come una festa cristiana, come la «nascita al cielo» che è la morte secondo la fede cattolica . Dalla terza gravidanza nasce, nel giugno 2011, Francesco, perfettamente sano. Ma Chiara e Enrico hanno già scoperto, dopo i test genetici che hanno affrontato soprattutto per le richieste dei genitori e parenti, che non c’è alcuna patologia che li porti a concepire bambini fragili. E soprattutto che stavolta a essere malata è Chiara: ha un tumore alla lingua che sceglie di curare solo parzialmente finché è incinta. Subito dopo la nascita di Francesco si fa operare e inizia la radio e chemioterapia: ma è già troppo tardi. Il cancro si estende velocemente a linfonodi, polmoni, fegato e persino l’occhio destro, che Chiara coprirà con una benda per limitare le difficoltà visive. Chiara muore a mezzogiorno del 13 giugno 2012, dopo aver salutato tutti, parenti ed amici, uno a uno. Il suo funerale, altrettanto «festoso», viene celebrato a Roma il 16 giugno nella chiesa di Santa Francesca Romana all’Ardeatino, strapiena per l’occasione. Il cardinale Agostino Vallini, presente alla celebrazione, dichiara: «Ciò che Dio ha preparato attraverso di lei, è qualcosa che non possiamo perdere».
La storia della breve vita di ChiaraIl padre: «Lei è un punto di riferimento per tanta gente»
Ha aggiunto il marito di Chiara: «È un giorno speciale, pieno di gioia. Sono felice di essere vivo per poterlo vivere. Non era scontato che la Chiesa rispondesse così velocemente alle nostre intuizioni. Noi crediamo veramente che Chiara sia santa. Ho tantissimi ricordi di Chiara, sono felice di sapere che il Signore sia passato nella mia vita e questo giorno è la testimonianza del fatto che ogni cosa accaduta che sembrava una disgrazia in realtà è una grazia. È una grazia essere stati amati da Chiara, è una grazia averla amata, è una grazia che attraverso di lei sia riuscito a vedere il Signore, così come hanno fatto tante altre persone. Mio figlio Francesco è cresciuto sapendo che Chiara è una mamma speciale e che sta in cielo».