22 settembre 2018 - 12:11

Il Papa e il viaggio nelle repubbliche baltiche: «Ospitate le differenze»

Sabato Francesco è arrivato in Lituania, poi, lunedì sarà in Lettonia e martedì in Estonia. E dalla periferia dell’Europa si rivolge al Vecchio Continente mettendo in guardia da chi vuole «annullare il diverso»

di Gian Guido Vecchi inviato a Vilnius

Il Papa accolto a Vilnius dalla presidente lituana Dalia Grybauskaite (Afp) Il Papa accolto a Vilnius dalla presidente lituana Dalia Grybauskaite (Afp)
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VILNIUS — «Ospitare le differenze». Francesco arriva in Lituania - un viaggio nelle repubbliche baltiche che lo porterà lunedì in Lettonia e martedì in Estonia - e dalla periferia dell’Europa si rivolge al Vecchio Continente e mette in guardia da chi «strumentalizza le differenze» imponendo un «modello unico» che vuole «annullare il diverso». Quest’anno si celebrano i cento anni dall’indipendenza nel 1918, ma nel Secolo breve i Paesi baltici hanno dovuto patire l’invasione nazista durante la Seconda guerra mondiale e l’oppressione sovietica fino al ’91. In questi paesi storicamente ospitali, furono «le ideologie totalitarie» che «spezzarono la capacità di ospitare e armonizzare le differenze seminando violenza e diffidenza».

Il discorso

Corsi e ricorsi storici: «Voi avete patito sulla vostra pelle i tentativi di imporre un modello unico, che annullasse il diverso con la pretesa di credere che i privilegi di pochi stiano al di sopra della dignità degli altri o del bene comune». Lo stesso pericolo che si corre oggi, spiega il Papa davanti al palazzo presidenziale di Vilnius: «Guardando allo scenario mondiale in cui viviamo, dove crescono le voci che seminano divisione e contrapposizione – strumentalizzando molte volte l’insicurezza e i conflitti – o che proclamano che l’unico modo possibile di garantire la sicurezza e la sussistenza di una cultura sta nel cercare di eliminare, cancellare o espellere le altre, voi lituani avete una parola originale vostra da apportare: “ospitare le differenze”. Per mezzo del dialogo, dell’apertura e della comprensione esse possono trasformarsi in ponte di unione tra l’oriente e l’occidente europeo. Questo può essere il frutto di una storia matura, che come popolo voi offrite alla comunità internazionale e in particolare all’Unione Europea».

«Trarre forza dal passato»

Cielo livido, nubi basse, pioggia intermittente. Dopo aver incontrato la presidente lituana, Dalia Grybauskaitè, Francesco si rivolge alle autorità civili e richiama il patrimonio del passato: «Nel corso della sua storia, la Lituania ha saputo ospitare, accogliere, ricevere popoli di diverse etnie e religioni. Tutti hanno trovato in queste terre un posto per vivere: lituani, tartari, polacchi, russi, bielorussi, ucraini, armeni, tedeschi...; cattolici, ortodossi, protestanti, vetero-cattolici, musulmani, ebrei…». Il Papa ricorda «le molteplici prove e sofferenze che avete dovuto sopportare: detenzioni, deportazioni, persino il martirio», i frutti marci dei totalitarismi. E così «trarre forza dal passato significa recuperare la radice e mantenere sempre vivo quanto di più autentico e originale vive in voi e che vi ha permesso di crescere e di non soccombere come Nazione: la tolleranza, l’ospitalità, il rispetto e la solidarietà», dice. Francesco pensa in particolare alle nuove generazioni, «trarre forza dal passato significa prestare speciale attenzione ai più giovani», chiede che trovino spazio «per crescere e lavorare» e conclude: «Senza dubbio, questo sarà seme di speranza, poiché porterà ad un dinamismo nel quale l’“anima” di questo popolo continuerà a generare ospitalità: ospitalità verso lo straniero, ospitalità verso i giovani, verso gli anziani, verso i poveri, in definitiva, ospitalità al futuro».

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