25 settembre 2018 - 07:10

Comune, le case confiscate alla mafia agli occupanti di Bankitalia

Vertice tra Regione e Campidoglio per trovare alloggi liberi. La proprietà ne ha messi a disposizione cinque, la Pisana sarebbe disponibile a offrirne altrettanti. Il 19 ottobre nuovo incontro che dovrebbe dare il via alle operazioni di sgombero

di Maria Egizia Fiaschetti

Il palazzo di Bankitalia in viale Carlo Felice 69 (LaPresse) Il palazzo di Bankitalia in viale Carlo Felice 69 (LaPresse)
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Nell’incontro di ieri alla Pisana si è fatto il punto sul palazzo in viale Carlo Felice 69 di proprietà di Bankitalia, occupato dal 2004 e primo nella lista degli sgomberi: situazione che, dopo 14 anni, sembra arrivata a un punto di svolta. Al tavolo erano presenti l’assessore regionale al Patrimonio, Massimiliano Valeriani, il capo staff della sua omologa in Campidoglio Rosalba Castiglione, la responsabile del Sociale per il Comune Laura Baldassarre e la presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi. Nel corso della riunione si sono analizzati i dati del censimento e concordate le strategie di intervento.

Sono 76 le persone che vivono nello stabile di epoca umbertina, nel quale urgono interventi di consolidamento a causa delle criticità strutturali: 32 nuclei familiari, di cui 13 single. Quattordici le famiglie con figli minori, la maggior parte dei quali iscritti nelle scuole della zona. Tutti gli abitanti hanno un reddito inferiore o appena sopra i 12 mila euro l’anno, dunque sono in possesso dei requisiti per fare richiesta di un alloggio popolare (i più sono già in lista d’attesa). Per accompagnare il percorso, nelle prossime settimane saranno al lavoro due tavoli tecnici. Obiettivo: studiare le modalità e le procedure di ricollocamento (il criterio guida sarà la presa in carico delle situazioni di fragilità). Sidief, la società che gestisce il patrimonio immobiliare della Banca d’Italia, ha messo a disposizione cinque appartamenti di sua proprietà nel rione Esquilino. La Regione, a sua volta, si è resa disponibile a offrire sue strutture se necessario. A copertura del fabbisogno residuo il Comune si muoverà su due fronti: la ricognizione delle graduatorie Erp (a un’ex occupante di viale Carlo Felice è già stata assegnata una casa popolare) o mettendo a disposizione per due anni immobili sequestrati alla criminalità organizzata (misura che dovrebbe essere ratificata con una memoria di giunta).

Mentre si lavora alle ultime limature e alla verifica del reddito Isee, a breve il I Municipio dovrebbe redigere il verbale definitivo. Gli interlocutori istituzionali si rivedranno il 19 ottobre, quando dovrebbe essere tutto pronto per iniziare a liberare il palazzo. L’iter finora si è svolto con la collaborazione degli abitanti e in Campidoglio auspicano che possa diventare un modello «soft», senza dover ricorrere all’intervento delle forze dell’ordine, da replicare per altri sgomberi.

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