3 aprile 2019 - 01:48

Protesta di Torre Maura, la minaccia di CasaPound. E il caos può allargarsi

Il timore che possa coinvolgere anche altri quartieri. Trattativa notturna con i residenti

di Fiorenza Sarzanini

Protesta di Torre Maura, la minaccia di CasaPound. E il caos può allargarsi
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È ormai notte quando la protesta monta e si decide di trattare con i residenti. Intorno al tavolo ci sono il capo di gabinetto della sindaca Virginia Raggi, il presidente del Municipio e i rappresentanti dei cittadini di Torre Maura che da ore intimano a polizia e funzionari di «mandare via gli zingari». A fomentare gli animi c’è CasaPound presente al presidio con leader e militanti, ma anche Forza Nuova, che nel pomeriggio aveva annunciato: «Ci schieriamo con la gente di Torre Maura così come già fatto a Magliana, Montecucco, Massimina, Tiburtino III e Tor Bella Monaca. Siamo pronti a innalzare le bandiere nere e i tricolori dietro le barricate romane che resistono all’invasione e alla sostituzione etnica». Una situazione di altissima tensione che spinge la questura a rafforzare il presidio di agenti in tenuta antisommossa.

Il rischio che si allarghi la protesta

Il timore è che la protesta possa estendersi ad altri quartieri. E l’ordine è chiaro: impedire in ogni modo ulteriori atti di vandalismo e violenza. Per tutto il pomeriggio i poliziotti hanno cercato di garantire l’ordine pubblico rimuovendo il blocco stradale e cercando di tenere sotto controllo i più facinorosi. Ma in serata la situazione è evidentemente sfuggita di mano e l’incendio dell’auto di proprietà dell’associazione che aveva gestito la vicenda ottenendo l’occupazione dello stabile, ha mostrato il rischio che la vicenda potesse ulteriormente degenerare. Il dispositivo è stato dunque potenziato sopratutto tenendo conto della minaccia dei residenti: «Da qui non andiamo via, siamo pronti anche a mettere le tende fino a che non riusciremo a cacciare i rom».

Le polemiche

In serata, ospite a DiMartedì su La7, Virginia Raggi dichiara: «Su migranti e campi rom stiamo percorrendo quella che abbiamo definito la “terza via”: bisogna essere inflessibili con i delinquenti, ma i bambini e le persone fragili devono essere aiutati». Una posizione che però non trova ascolto e consenso. Del resto appena qualche ora prima era stato il consigliere regionale della Lega Daniele Giannini a chiedere l’intervento del prefetto perché «come al solito la sindaca Raggi scarica sulle periferie i mali di questa città». E subito dopo aveva sollecitato «il trasferimento delle 70 persone di etnia rom. Non possono rimanere nel VI Municipio, che già conta numerosi accampamenti abusivi e il più grande campo attrezzato del centro Italia, Salone, dove la delinquenza è all’ordine del giorno e dove solo appena pochi giorni fa è stato sviluppato un incendio tossico». Parole smentite da Francesca Danese, portavoce del Forum del Terzo settore del Lazio, secondo la quale «si tratta di proteste del tutto prive di fondamento. Queste famiglie hanno gravi fragilità sociali. Sono integrate nel quartiere da anni e l’individuazione di quella struttura è utile a garantire la continuità dei cicli scolastici per i più piccoli. Gli uomini si rivolgono ai Caf di zona, insomma non c’è ragione alcuna per manifestare oggi: questi atti di intolleranza sono figli del clima di odio che certa cattiva politica sta alimentando nel Paese».

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