5 aprile 2019 - 07:58

Rivolta di Torre Maura, i gesuiti e la Cei: «Basta caos su immigrati e rom»

La Cei: «Evitare le guerre tra poveri». Padre Ripamonti , presidente del Centro Astalli: «I romani sono ancora accoglienti ma sono stanchi di vedere arrivare un giorno i migranti e l’altro i rom, senza spiegazioni, mentre la vita nelle periferie è da sempre esplosiva»

di Lilli Garrone

Rivolta di Torre Maura, i gesuiti e la Cei: «Basta caos su immigrati e rom»
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«Quanto fatto dal Comune di Roma sulle periferie andrebbe molto integrato. Bisognerebbe essere presente sui territori e ascoltare chi vi abita, siamo solo all’inizio del cammino», dice padre Camillo Ripamonti, il presidente del Centro Astalli. Si presenta al teatro Argentina il «Rapporto 2019» sulle attività del servizio dei Gesuiti per i rifugiati del quale è presidente, ma gli avvenimenti di questi giorni a Torre Maura sono molto presenti, entrano fra i numeri e i dati sull’attuale situazione dei migranti, e sulle loro drammatiche storie.

Così gli interventi e le domande su quanto accaduto nella periferia romana, si susseguono: i cattolici sono profondamente colpiti e decidono di intervenire. Per affrontare la situazione di Torre Maura, «probabilmente bisognerebbe fare un passo indietro, rispondendo a quelli che sono stati gli errori di questi anni sulle periferie e quindi sedendosi tutti intorno a un tavolo, non dimenticando chi vive lì tutti i giorni», aggiunge padre Camillo Ripamonti.

Anche nella Capitale si respira quella che definiscono un’atmosfera «pesante» con «tensioni che si stanno accumulando nelle città» e con un anno che è stato particolarmente difficile: i romani sono ancora accoglienti o anche loro sono diventati seguaci del «cattivismo imperante?». «Sono ancora accoglienti - risponde padre Camillo Ripamonti - ma sono stanchi di questa situazione caotica. Un giorno si vedono arrivare i migranti ed un altro giorno i Rom, senza far capire nulla agli abitanti o coinvolgendoli nelle situazioni, non dando spiegazioni, mentre la vita nelle periferie è da sempre esplosiva. Continuare ad appesantire una situazione difficile con altre situazioni difficili certo non aiuta».

Così come l’attuale situazione politica non aiuta secondo i cattolici il cammino dei migranti, perché se diminuiscono gli sbarchi aumentano i morti in mare (si è passati dai 26 ogni mille persone del 2017 ai 100 ogni mille del 2019): per questo chiedono che il «decreto sicurezza venga cambiato e integrato», altrimenti si rischia ancora di più di aumentare il disagio sociale. Un disagio ieri affrontato alla presentazione del «Rapporto 2019 » dalle domande di Giovanni Floris al presidente della Cei, la conferenza episcopale italiana, Gualtiero Bassetti: «Mi auguro che quanto accaduto a Torre Maura non sia un fenomeno nazionale», ha commentato. E per quanto riguarda in particolare il gesto del pane calpestato, Bassetti ha risposto: «Quando si vedono sciupare i doni di Dio si rimane sempre male. Anche quando abbiamo visto versare il latte, dei vescovi si erano raccomandati di darlo ai poveri, alle persone bisognose. Esistono dunque episodi come questi, ma ne esistono anche altri che sono invece bellissimi».

Quanto invece al «clima cattivo» che si respira oggi in Italia e che sembra aver colpito anche Roma, il presidente della Cei ritiene non solo che il Decreto Sicurezza vada integrato «nel rispetto della persona umana», ma che «si devono rifiutare relazioni allarmistiche»: «Ho sempre detto di ricucire- dice il cardinale - . La nostra gente vive oggi in una situazione di fragilità, e la paura porta a chiudersi e a escludere il diverso. Non c’è niente di peggio perché paralizza». E infine il segretario generale della Cei monsignor Stefano Russo: «Occorre avere uno sguardo alle persone ma anche attenzione alla comunità, per evitare guerre tra poveri: siamo preoccupati dalla strumentalizzazione di alcune situazioni da parte della politica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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