23 aprile 2019 - 12:13

Roma, accoltellato a Termini «per il crocefisso»: giallo sulla lite tra due clochard

Un marocchino ha accoltellato un georgiano. Il fatto ha spinto Matteo Salvini a convocare una riunione al Viminale su estremismo islamico e immigrazione

di Rinaldo Frignani

Roma, accoltellato a Termini «per il crocefisso»: giallo sulla lite tra due clochard
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L’appuntamento è per questa mattina al Viminale. Una riunione straordinaria «su sicurezza, terrorismo, estremismo islamico e immigrazione». Il ministro dell’Interno Matteo Salvini l’ha annunciata dopo aver reso pubblico di aver scritto «a prefetti e questori per aumentare controlli e attenzione in luoghi di aggregazione di cittadini islamici, per prevenire ogni tipo di violenza contro cittadini innocenti». Un’iniziativa collegata direttamente al ferimento di sabato scorso, di sera, davanti alla stazione Termini, di un georgiano di 44 anni, Samuel Ambarian, da parte di un marocchino di 37, pregiudicato, Mohammed Rarhdoun: senza fissa dimora, ma con regolare permesso di soggiorno, avrebbero discusso su un bus della linea 64 perché il georgiano portava al collo un crocefisso. Da qui la lite e l’accoltellamento.

A rivelarlo è stato martedì mattina proprio il responsabile del Viminale, poi ripreso dalle agenzie di stampa, anche se già sabato il pm Alberto Galanti aveva aperto un fascicolo per tentato omicidio aggravato dall’odio religioso sulla base delle prime dichiarazioni di Ambarian, medicato in ospedale per una ferita alla gola e dimesso con 21 giorni di prognosi. Ma la vicenda è tutt’altro che chiara. Anzi. Il georgiano ha cambiato versione almeno due volte, e la Questura non ha confermato la storia del crocefisso: per ricostruire i fatti saranno esaminati i video delle telecamere puntate su piazza dei Cinquecento.

Nel frattempo però sull’iniziativa di Salvini divampa lo scontro politico. «Infelice è il Paese dove il ministro dell’Interno, anziché garantire la sicurezza di tutti, fomenta l’odio e l’aggressività. Da lui dichiarazione irresponsabile, tanto quanto la sua irresponsabile circolare ai prefetti», attacca Lia Quartapelle, capogruppo dem in commissione Esteri alla Camera, mentre dagli stessi alleati di governo, i Cinque Stelle, arriva la critica: «Il vero problema sono i 600 mila irregolari in Italia. E sui rimpatri non è stato fatto nulla. Il problema ce lo abbiamo in casa, e non si risolve scrivendo una lettera o una circolare. Bisogna fare di più sui rimpatri, fermi al palo».

Sul fronte delle indagini sul misterioso ferimento sono stati intanto sentiti due testimoni: l’autista del bus, che ha riferito di non aver assistito ad alcuna lite a bordo del mezzo pubblico, e un passante che ha visto Rarhdoun, poi fermato dalla polizia in via Cavour dopo un breve inseguimento a piedi, gettare il coltello sotto le auto in sosta. Gli investigatori propendono per un tentativo di rapina, di più forse si saprà nei prossimi giorni. Ma Salvini non arretra: «Come ministro dell’Interno ho il dovere di garantire la sicurezza e non sottovalutare questi fenomeni, che guarda caso vedono come protagonisti extracomunitari arrivati in Italia grazie ai porti aperti». Poi la replica al Pd: «È impegnato a negare il movente religioso a Termini, ma dimentica che a Pasqua a Torino un senegalese ha aggredito due poliziotti urlando Allah Akbar».

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