24 aprile 2019 - 11:53

Roma, nega tutto la maestra accusata di essere la «talpa» di Casapound

Con un comunicato affidato proprio all’organizzazione di estrema destra l’impiegata comunale, che vive nella sede occupata all’Esquilino dal centro sociale, respinge i sospetti di fornire notizie sui trasferimenti di rom e migranti decisi dal Campidoglio

di Redazione Roma

Roma, nega tutto la maestra accusata di essere la «talpa» di Casapound
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«Io esco per andare a scuola e basta. Faccio da anni il mio lavoro con amore e passione, dedicandomici con anima e cuore. Queste dichiarazioni mi sembrano veramente assurde». Nega tutto la maestra d’asilo e dipendente comunale sospettata di aver fornito a Casapound informazioni privilegiate sugli assegnatari di case popolari alla periferia di Roma. E lo fa con un messaggio affidato proprio al centro sociale di estrema destra, che lo ha «girato» all’Ansa, in prima linea nell’osteggiare il trasferimento di rom e migranti nei quartieri popolari della Capitale. Fra l’altro la donna vivrebbe proprio nello stabile occupato all’Esquilino che è da anni la sede dell’organizzazione. Anche per questo ora nei suoi confronti potrebbe scattare una denuncia penale.

«Nomi e nazionalità»

Il presunto ruolo della dipendente comunale è al centro di un’inchiesta della procura regionale della Corte dei conti e su cui stanno indagando i finanzieri dei Nucleo di polizia tributaria e gli uomini della Digos: gli investigatori potrebbero a breve depositare un’informativa alla Procura del tribunale di Roma relativa alla rivelazione di notizie da parte della donna. Nella vicenda sarebbero coinvolti anche altri dipendenti comunali che le avrebbero fornito le informazioni da passare a Casapound, con tanto di nomi e nazionalità degli assegnatari delle case popolari nelle zone prescelte dal Campidoglio nelle periferie, permettendo così all’organizzazione di fare blitz mirati, che vedono spesso la partecipazione dei residenti. Parallelamente procedono gli accertamenti da parte della magistratura contabile. L’edificio all’Esquilino occupato da Casapound è di proprietà del Demanio e lo ha in carico il ministero dell’Istruzione.

Di Stefano: «Noi chiamati dai cittadini»

«Siamo alla follia, alla fantascienza. Non esiste alcuna talpa in Campidoglio, non c’è nessuna rete di informatori», commenta Davide Di Stefano, responsabile romano di Casapound. E spiega: «Macché talpe, noi siamo chiamati ogni volta dai residenti che ci conoscono perché in passato abbiamo magari organizzato manifestazioni, sistemato qualche parchetto o distribuito, come ad esempio a Torre Maura, di pacchi alimentari, sempre al loro fianco».

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