16 febbraio 2019 - 10:16

Vaticano, McCarrick ridotto allo stato laicale per gli abusi sui seminaristi

L’ex cardinale giudicato colpevole di «violazioni del Sesto Comandamento del Decalogo con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere»: è la prima volta che a dover lasciare la Chiesa è un prelato così in alto nella gerarchia ecclesiastica

di Ester Palma

Vaticano, McCarrick ridotto allo stato laicale per gli abusi sui seminaristi
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Alla fine è accaduto: la scure del Papa si è abbattuta, e senza possibilità di appello, sull’arcivescovo emerito di Washington, l’88enne cardinale Theodore Edgar McCarrick è stato ridotto allo stato laicale, perché, colpevole di «sollecitazione in Confessione e violazioni del Sesto Comandamento del Decalogo con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere». Ed è la prima volta che la punizione del Papa cade su un cardinale. Gli «atti impuri» cui si riferisce il comandamento l’ormai ex cardinale li avrebbe commessi più e più volte su seminaristi e preti appena consacrati affidati alle sue cure. La «sentenza di colpevolezza» porta la data dell’11 gennaio scorso, «il 13 febbraio la sessione Ordinaria (Feria IV) della Congregazione per la Dottrina della Fede ha esaminato gli argomenti presentati nel ricorso dell’alto prelato e ha deciso di confermare il decreto del Congresso: pertanto gli è stata imposta la pena della dimissione dallo stato clericale. Questa decisione è stata notificata a Theodore McCarrick in data 15 febbraio 2019».

Nel luglio 2018 la rinuncia alla porpora

McCarrick aveva già dovuto rinunciare alla porpora cardinalizia: il 27 luglio 2018, nel corso di un colloquio in Vaticano, Francesco, che pure prima di sapere delle accuse e delle prove «schiaccianti» contro di lui gli era amico, glielo aveva imposto Congresso. La decisione di ridurlo allo stato laicale mette la parola fine a una vicenda che ha sconvolto l’intera Chiesa americana, essendo l’ex cardinale un uomo molto potente e che ha goduto per anni di coperture altrettanto potenti. Ma la lotta alla pedofilia avviata con forza dal Papa emerito Benedetto XVI e continuata con altrettanta decisione da Francesco ha fatto precipitare l’animatore della «Papal Foundation”, ente benefico che ha raccolto e consegnato al Vaticano migliaia di milioni di dollari per moltissimi anni, allo stato laicale, per sempre. Nel comunicato si legge ancora che: «Il Santo Padre ha riconosciuto la natura definitiva, a norma di legge, di questa decisione, la quale rende il caso res iudicata, cioè non soggetta ad ulteriore ricorso».

Il rapporto Viganò

Lo scandalo McCarrick era stato anche al centro del caso dell’ex nunzio negli Stati Uniti, mons. Carlo Maria Viganò, che l’estate scorsa aveva chiesto le dimissioni di Papa Francesco, accusandolo con un dossier di aver ignorato almeno dal giugno 2013 gli abusi sessuali commessi dall’ex cardinale. La risposta del Pontefice era stata apparentemente «diplomatica»: «La verità è mite, silenziosa. E con le persone che cercano soltanto lo scandalo e la divisione, l’unica strada da percorrere è quella del silenzio e della preghiera», aveva detto in un’omelia a Santa Marta. Ma poi ha agito e fatto giustizia. E nella «lettera al popolo di Dio» dello scorso agosto aveva scritto: «È imprescindibile che come Chiesa possiamo riconoscere e condannare con dolore e vergogna le atrocità commesse da persone consacrate, chierici, e anche da tutti coloro che avevano la missione di vigilare e proteggere i più vulnerabili. Chiediamo perdono per i peccati propri e altrui. La coscienza del peccato ci aiuta a riconoscere gli errori, i delitti e le ferite procurate nel passato e ci permette di aprirci e impegnarci maggiormente nel presente in un cammino di rinnovata conversione»

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