16 gennaio 2019 - 13:51

Chiesa e pedofilia, Francesco nomina padre Lombardi alla «guida» dell’incontro di febbraio

La scelta caduta sul gesuita, per dieci anni portavoce della Santa Sede è un segnale dello spirito con il quale il Pontefice intende fronteggiare la crisi nel clero sugli scandali emersi, fin dalle prime notizie vent’anni fa

di Gian Guido Vecchi

Chiesa e pedofilia, Francesco nomina padre Lombardi alla «guida» dell’incontro di febbraio
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Papa Francesco ha nominato padre Federico Lombardi come moderatore dell’incontro «La protezione dei minori nella Chiesa» che si riunirà dal 21 al 24 febbraio in Vaticano. Padre Lombardi guiderà le sessioni plenarie e quindi la discussione tra i presidenti e i rappresentanti delle conferenze episcopali di tutto il mondo, convocati da Francesco per affrontare in modo coerente la crisi della pedofilia nel clero.

Il «ritorno» del gesuita

E il «ritorno» del gesuita - per un decennio e fino al 2016 portavoce della Santa Sede con Benedetto XVI e nei primi tre anni di Francesco - dice molte cose dello spirito con il quale il Papa ha convocato la riunione. «Se la questione non viene affrontata fino in fondo nei suoi diversi aspetti, la Chiesa continuerà a trovarsi davanti a una crisi dopo l’altra, la credibilità sua e di tutti i suoi sacerdoti ne resterà ferita gravemente, e soprattutto ne soffrirà la sostanza della sua missione di annuncio evangelico e di lavoro educativo per l’infanzia e per la gioventù, che è stato da secoli uno degli aspetti più belli e preziosi del suo servizio per l’umanità», ha scritto padre Lombardi in un articolo recente sulla Civiltà Cattolica, la rivista della Compagnia di Gesù.

L’incontro di febbraio e gli «oppositori»

L’incontro di febbraio sarà uno dei momenti più delicati del pontificato di Francesco. Gli oppositori, a cominciare dalla potente fronda conservatrice negli Stati Uniti, lo attaccano proprio su questo punto. Servivano l’esperienza e l’equilibrio di padre Lombardi, che sullo scandalo pedofilia non l’ha mandata a dire: « Parlare degli abusi sessuali da parte dei membri del clero è un tema doloroso e spiacevole. A volte, anche in ambienti di Chiesa si sente dire che è ora di cambiare argomento, che non è giusto dare troppo peso a questo tema, perché se ne resta oppressi e la questione viene ingigantita. Ma questa è una strada sbagliata».

«Occorre trarre lezioni da quanto accaduto»

L’incontro sarà «un’occasione per ricostruire l’emergere del problema degli abusi (sessuali, di potere e di coscienza) negli ultimi vent’anni in diverse parti del mondo e per registrare le lezioni che se ne devono trarre. Si possono sommariamente ricordare i casi degli Stati Uniti, della Germania, dell’Irlanda, dell’Australia e del Cile, e le vicende di Maciel e Karadima», ha scritto. Allo stesso tempo, del resto, «è importante evidenziare il cammino che è già stato fatto per fronteggiare il problema nel corso dei due ultimi pontificati, con il rinnovamento delle normative canoniche, la formulazione di Linee guida da parte delle Conferenze episcopali, le iniziative di formazione e di altro genere, fino alle recenti Lettere di papa Francesco».

«Non si parte dal punto zero»

Insomma, «il prossimo incontro di febbraio non parte dunque dal “punto zero”, ma è certamente un evento inedito che si propone di dare una forte spinta per nuovi urgenti passi in avanti», conclude Padre Lombardi. «Come si è visto, le lezioni e le esperienze acquisite sono molte, ma sono molte anche le questioni aperte. Ad esempio, se in diversi Paesi si è fatto molto, ottenendo una riduzione sostanziale dei casi di abuso e avviando programmi efficaci di prevenzione e di formazione, bisogna riconoscere che in molti altri Paesi si è fatto poco, se non quasi nulla. Talvolta ci si continua a illudere che si tratti di un problema principalmente “occidentale” oppure “americano” o “anglofono”, e con incredibile ingenuità si pensa che nel proprio Paese esso sia marginale».

Definire regole e prassi comuni

Lo scopo dell’incontro, ha spiegato ieri Alessandro Gisotti, direttore della sala stampa vaticana, è quindi di definire regole e prassi comuni a tutti gli episcopati del mondo: «Il fine è che tutti i vescovi abbiano assolutamente chiaro che cosa bisogna fare per prevenire e combattere il dramma mondiale degli abusi sui minori»

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