20 gennaio 2019 - 10:45

Roma, «Sono figlia del cardinale Ruini, vi faccio avere sconti sulle bollette»: due donne a processo»

Barbara Pompei, che millantava di avere come padre l’ex presidente della Cei, e Paola Acquaviva avevano messo un finto ufficio vaticano a Centocelle per spillare soldi alle vittime, tutte in serie difficoltà economiche: in tutto hanno ricevuto oltre 10 mila euro

di Giulio De Santis

Roma, «Sono figlia del cardinale Ruini, vi faccio avere sconti sulle bollette»: due donne a processo»
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Con la naturalezza di un’attrice di Hollywood ha raccontato per mesi una frottola, che, se fosse stata vera, avrebbe imposto di riscrivere la storia della diplomazia in Vaticano. «Fidatevi signori, lasciatemi i vostri soldi, sono la figlia illegittima del cardinale Camillo Ruini». Parole «indispensabili» per garantire agli interlocutori (e vittime) l’affidabilità del servizio offerto: il pagamento della metà dei loro bollettini delle utenze dell’acqua e della luce e delle multe di Equitalia.


Ad attribuirsi il legame di sangue con l’ex presidente della Conferenza Episcopale Italiana è stata Barbara Pompei, sotto processo con l’accusa di truffa e falso in atto pubblico. Secondo la procura, i soldi consegnati da chi si è rivolto alla sua agenzia per ottenere considerevoli sconti anche su multe di Equitalia, telefono e gas sono spariti. Sul banco degli imputati siede anche Paola Acquaviva, che deve difendersi dalle stesse contestazioni. La somma sottratte alle sette vittime - assistite come parti civili dall’avvocato Vincenzo Comi - arriva a sfiorare i 10 mila euro. Una cifra considerevole, considerando che le persone rivoltesi alle due imputate, tra il novembre del 2015 e il marzo del 2016, sono tutte in serie difficoltà finanziarie. Infatti il presupposto essenziale, sbandierato sul sito dell’agenzia, per bussare alla porta delle imputate è la certificazione di una crisi economica. A risolverla a quel punto sarà la società in via Ponte della Catena, quartiere Centocelle, che si chiama «Centro nazionale del lavoro ufficio del Vaticano».

«È la Santa Sede - giuravano le due donne - ad ispirare l’iniziativa». Anzi, loro reclamizzano che il vero «regista» fosse proprio Ruini, vicario del Santo Padre per la diocesi di Roma tra il 1991 e il 2008. Come hanno riferito le vittime al pm Louella Santini, a riceverle è sempre stata Pompei. Che al primo colloquio teneva a precisare - secondo le testimonianze rese in aula - la sua parentela: «Sono la figlia illegittima di Ruini». Poi spiegava che per accedere agli sconti bisognava lasciare metà della somma da pagare. Ma nessuno, per l’accusa, ha mai sistemato le pendenze.

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