22 gennaio 2019 - 18:17

Roma, chiuso il Cara di Castelnuovo: migranti trasferiti in altre regioni

Lacrime e polemiche nella struttura in via Tiberina che accoglie 550 persone, alcune delle quali con permesso di soggiorno, altre richiedenti asilo. In 30 già portati via in pullman per Campania e Basilicata. Manifestazione del sindaco e del parroco

di Rinaldo Frignani

Il sit-in davanti al cara (Proto) Il sit-in davanti al cara (Proto)
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Sono circa 500 i partecipanti alla manifestazione silenziosa organizzata nel pomeriggio di martedì sulla via Tiberina nei pressi del Centro accoglienza richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto, chiuso per gli effetti del decreto Sicurezza a partire da prossimo 31 gennaio. In giornata un pullman scortato dalla polizia con 30 dei 550 migranti residenti nella struttura sono partiti per la Basilicata e la Campania dove i richiedenti asilo saranno accolti in altri complessi. Ci sono poi 20 rifugiati politici con permesso di soggiorno che invece sono usciti dalla struttura e dovranno trovarsi un alloggio da soli. Altri ancora si sono allontanati in autobus verso Roma. Nei prossimi giorni continueranno i trasferimenti di migranti in altre regioni. Martedì mattina non ci sono stati incidenti, ma divampano le polemiche sulle modalità della comunicazione della chiusura del centro e anche su quelle dei trasferimenti.

Salvini: «Stiamo smontando il business»

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, in una diretta Facebook ha spiegato i motivi della chiusura: «C'era un grande centro di accoglienza per immigrati che in passato era arrivato ad accogliere più di mille persone. Siamo arrivati a fare una scelta di normalità. Si erano dimezzati gli ospiti da mille a 534. Chiudiamo una struttura ormai sovradimensionata risparmiamo il milione di euro del contratto di affitto e i cinque milioni della gestione annua». Salvini, nel post, definisce «balle spaziali» le ricostruzioni giornalistiche in merito. «Tutti gli ospiti che erano dentro con diritto saranno trasferiti in altre strutture». «Chi ha diritto non perderà nulla semplicemente verrà trasferito in altre bellissime strutture - ha continuato il vicepremier - Noi non mettiamo sulla strada nessuno. Io mi rifiuto di spendere sei milioni, disperdere sei milioni di euro all'anno dei cittadini italiani quando si può fare in altra maniera. Capisco che qualcuno si sta innervosendo perché stiamo smontando il business. La pacchia è finita», ha concluso.

Il post dei frati di Assisi

Come i frati di Assisi, che sulla chiusura del centro, hanno inviato un tweet indirizzato a «@matteosalvini, @luigidimaio e @GiuseppeConte, con una citazione dal Vangelo di Luca: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». «Siamo dispiaciuti e preoccupati.Chiediamo che non vengano trattati come bestiame». Così il parroco di Santa Lucia padre José Manuel Torres, messicano, dei Servi di Gesù. Il centro era stato visitato dal Papa nel 2016. I bambini dovranno lasciare le scuole dove erano inseriti, i giovani che avevano avviato percorsi di integrazione che funzionavano rischiano di finire in strada, 120 lavoratori del Cara (medici, psicologi, mediatori culturali e insegnanti) sono a rischio licenziamento. «Con la marcia pacifica vogliamo esprimere solidarietà a questi poveri ragazzi. Non sappiamo dove andranno a finire almeno 200 persone. Hanno voluto sgomberare il centro velocemente in modo un po’ misterioso: basti pensare che l’autista del pullman nemmeno sapeva dove doveva andare, forse in Basilicata», racconta il parroco. «Il Comune stava dando un segnale forte di accoglienza e integrazione che contrasta con l’idea generale di cacciare i migranti - afferma il religioso -. Ci preoccupano molto gli effetti del decreto sicurezza su coloro che non hanno ottenuto lo status di rifugiati e hanno i permessi umanitari in scadenza. Dove andranno?». Uno di loro, Anthony, nigeriano, faceva il sagrestano in parrocchia. «Era bravissimo. È un dono che ci è stato tolto». La parrocchia seguiva due donne, una del Kenya e l’altra nigeriana, che si stavano preparando al battesimo. «Ora dovranno andare via», dice il parroco, ricordando anche i tanti bambini del Cara coinvolti nei centri estivi all’oratorio di san Gabriele, «anche musulmani». «Per noi è stata una grande occasione di scambio tra culture - osserva - ma c’è anche gente un po’ chiusa che non vedeva di buon occhio questa situazione».

Il sindaco: «Un'ospite da me»

«Domani continueremo con il presidio e attenderemo l'uscita degli altri migranti, saremo presenti anche con un presidio sanitario. Oggi è stata scritta una brutta pagina, oltre ai ricollocamenti senza un congruo preavviso sono usciti tantissimi ragazzi titolari di protezione umanitaria, qualcuno era diretto a Roma verso la stazione Termini, altri verso rifugi di fortuna». Ha commentato il sindaco di Castelnuovo di Porto, Riccardo Travaglini. «Stasera una ragazza somala di 25 anni dormirà a casa mia, abbiamo deciso di ospitarla come comunità di Castelnuovo, poi domani vedremo cosa possiamo fare per lei».

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