26 gennaio 2019 - 09:51

La Procura di Roma: «Non accettiamo verità di comodo su Regeni»

La relazione del Procuratore generale della Corte d’Appello, Giovanni Salvi. «Violenze sessuali in amento ma Roma è tra le città più sicure al mondo. Si è passati dal già basso numero di venti omicidi volontari nel 2015 a dieci nel 2018». Su Cucchi: «La procura ha lavorato con determinazione»

di Redazione Roma

La fiaccolata per Giulio Regeni (Ansa) La fiaccolata per Giulio Regeni (Ansa)
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«La Procura di Roma ha profuso molti sforzi nel tentativo di assicurare alla giustizia i torturatori e assassini di Giulio Regeni. Essi hanno sin qui ottenuto, quanto meno, che non si accettassero verità di comodo». Lo afferma il procuratore generale di Roma, Giovanni Salvi, nella relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario.

«Roma città sicura»

Riguardo alla sicurezza nella Capitale, il procuratore di Roma ha detto: «Nel circondario di Roma, vi è stata negli ultimi anni una drastica diminuzione degli omicidi, che ha portato la capitale a livelli davvero inimmaginabili qualche anno addietro e che hanno pochi paragoni nelle grandi città del mondo intero».

La relazione

E Salvi entra nel dettaglio: «Secondo i dati forniti, si è passati dal già basso numero di venti omicidi volontari nel 2015 a dieci nell’anno 2018 - aggiunge Salvi -. È un dato questo estremamente significativo, perché indica da un lato l’efficacia dei pubblici poteri nei confronti del crimine organizzato (al quale in passato si doveva la maggior parte di questi delitti) e dall’altro il permanere di un’emergenza nel settore della violenza domestica, nelle relazioni personali e di genere».

«La legalità non è solo repressione»

Parlando di sicurezza e legalità, con riferimento al tema dei migranti, Giovanni Salvi, forte della sua esperienza professionale come capo della procura di Catania, ha sottolineato che «la legalità non è solo repressione. Nessuna vera politica di sicurezza e legalità può basarsi sull’esclusione e sulla discriminazione. Nessuna politica di sicurezza degna di questo nome può fondarsi sulla marginalizzazione, sulla spinta alla clandestinità e al lavoro nero, quando non all’illegalità quale mezzo di sostentamento. Solo politiche di inclusione hanno un reale ritorno, rendendo le nostre città sicure e arricchendole del contributo di lavoro e di diversità culturale di centinaia di migliaia di futuri cittadini».

Migranti, «intervento penale ultima ratio»

Per il pg Salvi, «la gravità delle conseguenze delle migrazioni non regolate si riflette anche nel nostro distretto nell’espandersi dell’intervento penale, che dovrebbe restare ultima ratio. Ciò avviene nelle condotte di migranti irregolari o di coloro che ne sfruttano la fragilità, nei gravi episodi di reati nella gestione dell’accoglienza, nei potenziali riflessi di scelte di carattere generale sulla responsabilità del decisore pubblico. Politiche migratorie chiare e rispettose dei principi affermati dalle Convenzioni internazionali potrebbero prevenire il ricorso alla sanzione penale nei settori diversi dalla punizione dei trafficanti di esseri umani».

A Roma aumentano i reati sessuali

A Roma aumentano del 24% i reati sessuali. I dati sono stati resi noti oggi nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. In base a quanto afferma nella sua relazione il procuratore generale Giovanni Salvi, aumentano anche gli adescamenti sui minori attraverso internet mentre sono in lieve calo i casi di stalking. Nell’anno appena trascorso i procedimenti per i reati sessuali nelle sue varie forme sono stati 789, mentre nel 2017 erano stati 633. Ad aumentare anche le ipotesi di violenza sessuale di gruppo: salite da 11 a 19. I casi relativi alla pedopornografia nel 2018 sono stati 200 mentre per i casi di adescamenti l’aumento è del 18%.

Il caso Cucchi

La Procura di Roma ha lavorato con «determinazione» investigativa sulla morte di Stefano Cucchi, «avvalendosi dell’opera di alta qualità professionale della polizia di Stato. Anche la Procura Generale ha contribuito a questo impegno, nei giudizi di appello e ricorrendo in Cassazione ove la decisione appariva non soddisfacente ai fini del complessivo accertamento della verità. Su questa strada si andrà avanti in ogni grado di giudizio». Lo afferma il procuratore generale di Roma, Giovanni Salvi, nella relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario. «Sono condivisibili - aggiunge sul tema Salvi -, segno di un impegno comune, le sofferte parole del Comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, il quale ha affermato che attraverso la «verità perseguita ad ogni costo» e superando «un silenzio durato troppo a lungo», i carabinieri continueranno ad essere un punto di riferimento, esempio di rettitudine, integrità e senso del dovere».

L’intervento di Pignatone

«Il problema principale di Roma è la corruzione». Lo ha affermato il procuratore della Capitale, Giuseppe Pignatone nel suo intervento, l’ultimo del suo mandato, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. «Credo che il nostro sforzo debba essere sulla cifra fondamentale di Roma: la complessità. La Procura - ha aggiunto Pignatone - ha 16 gruppi di lavoro e nessuno può essere lasciato in favore di altri. Il nostro sforzo è stato quello di far fronte a questa complessità». In tema di lotta alla criminalità organizzata, il capo dei pm romani ha affermato che nell’ultimo anno «ci sono state sentenze importanti che hanno riconosciuto il 416 bis a gruppi criminali che erano ben noti a tutti. Queste sentenze offrono degli strumenti di contrasto a forme di estrema pericolosità, che se esaminate in modo parcellizzato, non consentono di cogliere la pericolosità del fenomeno e di adottate strumenti di contrasto adeguati».

Il tema dell’organico nell’ufficio giudiziario

Il capo della Procura ha affrontato anche il tema dell’organico nell’ufficio giudiziario. «Ringrazio i colleghi e il personale di questi uffici per il lavoro fatto in questi anni. Noi siamo con l’acqua alla gola, è un miracolo che si raggiungano risultati nelle condizioni date. I buchi del sistema amministrativo sono parte significativa di quello che poi diventa prescrizione. La Procura sente come suo primo obiettivo quello della tutela del cittadino. Per poter giungere ad un corretto esercizio della funzione penale le indagini devono essere senza pregiudizi, questo è stato l’impegno di questi sette anni e sono sicuro che rimarrà tale», ha concluso.

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