30 maggio 2019 - 07:24

Dalla metro ai bus, la fatica quotidiana di chi sceglie i mezzi

Le scale mobili rotte, i roghi ai bus, i guasti. Sembra quasi che, per un cupo maleficio, Roma non possa offrire, a chi decide di usare i mezzi pubblici, un decente livello di servizio. Ma è evidente che, a non funzionare, è la struttura tecnica

di Paolo Conti

(LaPresse) (LaPresse)
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C’è una inquietante analogia tra le «scale immobili» sempre più ferme della nostra disastrata metro e l’ennesimo guasto, con principio di rogo, di un bus elettrico in servizio (linea 119) nel centro di Roma. Sembra quasi che, per un cupo maleficio, Roma non possa offrire, a chi decide di usare i mezzi pubblici, un decente livello di servizio. Poiché la superstizione è materia irrazionale da lasciare, senza rimpianti, ad altri secoli e ad altre civiltà, emerge un’evidenza: la struttura tecnica responsabile sia di quelle scale che dei mezzi in circolazione non è adeguata al rango di una grande Capitale europea. Quando si scendono le scale di una fermata della metro o si sale su un bus Atac ormai sono pochissime le possibilità di arrivare a destinazione nei tempi previsti, e soprattutto indenni.

Non ci sono formule salvifiche. Occorrerebbe una rifondazione complessiva dell’offerta, dei mezzi, della dirigenza, del personale. Utopie. Resta l’amarezza dei romani con dentro al cuore, come ci ha scritto ieri il lettore Andrea Di Rienzo, «l’orgoglio perduto, celato con rammarico indicibile e copiosa vergogna». Parole che testimoniano la fatica quotidiana di non rinunciare a quella dignità che nasce dall’essere nati nell’Urbe in cui affondano le radici della civiltà occidentale.

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