31 maggio 2019 - 08:01

Roma, molestie sessuali su minori Padre Henn preso dopo 13 anni

Era ospite di un centro d’accoglienza comunale al Tuscolano: rischia l’estradizione dopo la condanna a 81 anni di carcere per abusi su ragazzini in Arizona. Tradito dai certificati medici intestati ad altre persone. La segnalazione ai carabinieri e il nuovo arresto

di Rinaldo Frignani

La struttura comunale dove il prelato aveva chiesto aiuto (foto Proto/Barsoum) La struttura comunale dove il prelato aveva chiesto aiuto (foto Proto/Barsoum)
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Pensavano fosse sparito da Roma. E forse per qualche anno è stato davvero così. Ma il 24 maggio scorso monsignor Joseph John Henn, 70 anni, si è presentato nel centro di accoglienza comunale di via Assisi chiedendo di essere aiutato. Sotto falso nome. Nessuno poteva sapere invece che dietro quella persona bisognosa si nascondeva un prelato condannato alla pena record di 81 anni di carcere per child molestation, casi di molestie sessuali su minorenni, commessi nella contea di Phoenix quasi mezzo secolo fa. A tradire padre Henn sono stati alcuni certificati medici che i volontari hanno trovato fra i suoi effetti personali: erano intestati a pazienti con nomi sempre differenti. Da qui i primi sospetti e la segnalazione alla Sala operativa sociale che si è messa in contatto con i carabinieri. Sono stati i militari della compagnia Piazza Dante a identificare con certezza il prete latitante da ben 13 anni. Da quando cioè la Corte di Cassazione, il 14 giugno 2006, aveva respinto il ricorso del monsignore alla richiesta di estradizione negli Stati Uniti, già accettata il precedente 26 gennaio di quell’anno dalla Corte d’Appello.

«Se torno negli Usa e finisco in carcere, mi ammazzano», aveva scritto prima di sparire nel nulla all’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella, forte forse del fatto che dodici mesi prima l’Irlanda aveva respinto la stessa richiesta di estradizione. A Roma il provvedimento nei suoi confronti era invece già stato firmato, dopo che nell’estate 2015 la Squadra mobile aveva notificato al prelato un’ordine di cattura emesso sempre dalla Corte d’Appello su richiesta del Dipartimento della Giustizia americano. Undici mesi ai domiciliari in via della Conciliazione, nella Casa generalizia dei casa generalizia dei Padri Salvatoriani. Sperava di non tornare negli Usa per fatti che gli erano stati contestati da tre ragazzi che nel 2003 avevano denunciato il prete del Wisconsin al procuratore distrettuale della contea di Maricopa (Arizona). Episodi di molestie che risalivano al periodo 1979-81. «Non ho mai commesso nulla di tutto questo - si era difeso monsignor Henn -. Allora fui interrogato e prosciolto. Si tratta di un attacco alla Chiesa americana. E comunque - aveva aggiunto - sono cambiato, una persona completamente diversa da quella descritta negli atti processuali».

Una vicenda scabrosa che si è trascinata nel tempo, ma che adesso è al centro dell’indagine dei carabinieri. Si cerca di capire cosa abbia fatto il prete latitante dal 2006 a oggi e se abbia goduto di complicità per nascondersi, a Roma o altrove. Nel frattempo il monsignore è finito a Regina Coeli in attesa dell’estradizione che a questo punto appare difficile da evitare. Per ora i carabinieri gli hanno notificato solo l’ordinanza di aggravamento della custodia cautelare in carcere emessa il 26 luglio 2006 dalla Corte d’Appello.

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