17 marzo 2019 - 12:41

Il Papa: vicino ai fratelli musulmani Prego per i morti della moschea in Nuova Zelanda

Durante l’Angelus in piazza San Pietro Francesco ha invitato i fedeli a un minuto di preghiera silenziosa per le vittime e i feriti dell’attentato di Christchurch. E ha aggiunto: «Nessuno arriva alla vita eterna se non portando la propria croce nella vita terrena»

di Ester Palma

Il Papa: vicino ai fratelli musulmani Prego per i morti della moschea in Nuova Zelanda
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Un minuto di preghiera silenziosa insieme a tutti i fedeli in piazza San Pietro e quelli collegati in diretta in tutto il mondo per l’Angelus domenicale: Papa Francesco ricorda così «i nostri fratelli musulmani uccisi in Nuova Zelanda, i feriti e le loro famiglie»: «In questi giorni, al dolore per le guerre e i conflitti che non cessano di affliggere tutta l’umanità, si è aggiunto quello per le vittime dell’orribile attentato e a tutta quella comunità e rinnovo l’invito ad unirsi con la preghiera e i gesti di pace per contrastare l’odio e la violenza».

«La sofferenza passaggio necessario, ma transitorio»

La riflessione sull’attentato di Christchurch è arrivata al termine del commento del Vangelo di oggi sulla Trasfigurazione di Gesù, che però anticipa ai discepoli le sofferenze della sua Passione: «Nessuno arriva alla vita eterna se non seguendo Gesù, portando la propria croce nella vita terrena. Ognuno di noi ha la propria croce: il Signore ci fa vedere la fine di questo percorso, la bellezza, portando la propria croce». E ha aggiunto: «La Trasfigurazione di Cristo ci mostra la prospettiva cristiana della sofferenza: non è un sadomasochismo la sofferenza, ma un passaggio necessario, ma transitorio. Il punto di arrivo a cui siamo chiamati è luminoso come il volto di Cristo trasfigurato: in Lui è la salvezza, la beatitudine, la luce, l’amore di Dio senza limiti. Mostrando la sua gloria, Gesù ci assicura che la croce, le prove, le difficoltà nelle quali ci dibattiamo hanno la loro soluzione e il loro superamento nella sua Pasqua». E ha esortato i cristiani a «salire in questa Quaresima, sul monte con Gesù. In che modo? Con la preghiera. Rimaniamo qualche momento in raccoglimento, fissiamo lo sguardo interiore sul suo volto e lasciamo che la sua luce ci pervada e si irradi nella nostra vita». Per il Papa, «la preghiera in Cristo e nello Spirito Santo trasforma la persona dall’interno e può illuminare gli altri e il mondo circostante». Perché la «preghiera rende luminosi. Tutti vediamo che ci sono persone che illuminano, ai quali esce luce dagli occhi, sono le persone che pregano».

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