20 marzo 2019 - 08:08

Chi è Marcello De Vito (M5S): arrestato per corruzione l'avvocato «Sfinge» da 6.500 voti anti Raggi

Romano di Talenti, 45 anni, fedelissimo di Roberta Lombardi, prima deputata e attuale capogruppo Cinque stelle alla Pisana, dove è stata eletta anche la sorella maggiore di De Vito, Francesca, classe 1965, vice presidente della commissione Attività produttive

di Maria Egizia Fiaschetti

Chi è Marcello De Vito (M5S): arrestato per corruzione l'avvocato «Sfinge»  da 6.500 voti  anti Raggi
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Martedì in aula Giulio Cesare Marcello De Vito, il presidente dell’assemblea capitolina arrestato con l’ipotesi di corruzione nell’inchiesta sullo stadio della Roma, non si è visto. A condurre la seduta, al suo posto, il responsabile della commissione Trasporti, Enrico Stefàno. Del resto, da quando era deflagrata la vicenda giudiziaria sull’arena giallorossa a Tor di Valle, che all’inizio sembrava averlo soltanto sfiorato ma senza risvolti tali da inficiarne il ruolo, il consigliere M5S era sempre più defilato: trincerato nel silenzio e sfuggente alle domande dei cronisti che provavano a placcarlo alla buvette di Palazzo Senatorio. Insondabile anche per molti colleghi pentastellati, destabilizzati dalla notizia dell’arresto. Le chat interne hanno iniziato presto a infiammarsi per l’ennesimo terremoto politico che ha travolto la maggioranza pentastellata in Campidoglio: «News? E ora che succede?», l’allarme rimbalzato nei messaggi su Telegram e WhatsApp.

Militante di lungo corso

Romano del quartiere Talenti, 45 anni, di professione avvocato, il presidente dell’assemblea capitolina figura tra i grillini della prima ora: così radicato sul territorio, complice la militanza di lungo corso, da candidarsi a sindaco alle comunali del 2013 contro Ignazio Marino. Spinto, nella sua ascesa politica, anche dai comitati territoriali che si battevano contro la speculazione edilizia nella zona di Porta di Roma. Fedelissimo di Roberta Lombardi, dapprima deputata e attuale capogruppo Cinque stelle alla Regione Lazio. Alla Pisana è stata eletta anche la sorella maggiore di De Vito, Francesca, classe 1965, vice presidente della commissione Attività produttive. Ribattezzato «la Sfinge» per i modi distaccati, a tratti ruvidi, e il carattere indecifrabile, nel 2016 nonostante i 6.500 voti che lo incoronano «mister preferenze» deve cedere lo scranno più alto, quello di sindaco, a Virginia Raggi.

«In Aula sempre super partes»

Espressione – la prima cittadina e il presidente d’Aula – della doppia anima del Movimento: fronde spesso in conflitto, come proverebbero le assenze tattiche di questo o quel consigliere durante il voto su temi non condivisi all’unanimità. Screzi, dissapori, lotte intestine. Situazione che, ammette adesso chi non ha mai nutrito particolare simpatia per il personaggio, avrebbe condizionato il suo modo di gestire l’Aula, «non sempre super partes». Dopo Luca Lanzalone, l’avvocato arrivato a Roma per gestire i dossier più spinosi, nominato di lì a poco presidente di Acea salvo ritrovarsi a sua volta indagato nella vicenda stadio, l’inchiesta travolge un altro esponente di spicco del M5S romano. Nel frattempo l’ex capogruppo capitolino Paolo Ferrara, che all’inizio continuava a prendere parte alle riunioni del Consiglio nonostante si fosse autosospeso dal Movimento, negli ultimi mesi ha smesso di frequentare l’Aula, sostenendo di voler tornare ad occuparsi della sua Ostia. Quanto a De Vito, semi scomparso dal radar, in pubblico è stato visto l’ultima volta alla prima dell’Opera. Lunedì, l’incontro a Rebibbia con i padri separati. All’alba del giorno dopo, l’arresto.

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