Renzo Ulivieri dimesso dal Santo Spirito dopo quattro mesi di cure: «Ringrazio tutto il personale, mi hanno ridato la vita»

diGianluca Piacentini

L'ex tecnico di Serie A e presidente dell'Associazione italiana allenatori calcio era stato ricoverato e operato dopo un malore avvertito allo stadio Olimpico mentre assisteva al match Italia-Macedonia del Nord lo scorso novembre

Renzo Ulivieri

Renzo Ulivieri

«Sono stato ricoverato e operato d’urgenza all’Ospedale Santo Spirito di Roma nella notte tra il 17 e il 18 novembre scorso. Ero allo stadio Olimpico, per assistere a Italia-Macedonia del Nord». Comincia così la lettera aperta che Renzo Ulivieri (83 anni) ha scritto per ringraziare tutto il personale dell’ospedale Santo Spirito, nel giorno delle sue dimissioni dopo il ricovero seguito all’operazione d’urgenza a cui si è sottoposto dopo il malore accusato in tribuna Olimpico a novembre scorso.

«Sono stati quattro mesi duri»

«Da allora - prosegue la lettera dell’ex tecnico e attuale presidente dell’Associazione italiana allenatori - sono passati quattro mesi, quattro mesi molto difficili, tra interventi, crisi e recuperi. Ora che sono arrivato alle dimissioni, posso dirlo: è un tempo che vale una vita. Una vita che mi è stata letteralmente regalata dalle donne e dagli uomini di questa struttura pubblica che meriterebbero assai più di questo ringraziamento, per quanto riconoscente. Da un’altra parte, penso, adesso non sarei ancora tra voi. Mi è stata ricordata, in questi giorni, una canzone di Giorgio Gaber, che parla di un’esperienza di ricovero, e spiega: “In ospedale, dove la perdita è totale, salti il piano, se lo sai saltare e entri in un altro reparto dell’amore”. Ecco, questo è quello che è successo a me». 

Il ringraziamento

Ulivieri prosegue con i ringraziamenti al personale del Santo Spirito. «Grazie al personale infermieristico, coordinato dalla responsabile Umbertina Tomasetti; grazie agli operatori socio sanitari, agli ausiliari e ai fisioterapisti, ai medici della Uoc di Chirurgia generale e d’urgenza; grazie al personale medico della terapia intensiva e ai radiologi interventisti della Asl Roma 1; e grazie all’equipe chirurgica diretta dal primario Luca Lepre, con Alfredo Galati e Alessandro Crocetti, per la competenza e la formidabile umanità». 

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14 marzo 2024