«Salvini è un razzista e un bigotto». Non usa mezzi termini Michael Moore quando risponde a una domanda del pubblico sulle politiche del ministro dell’Interno italiano. Moore è a Roma, ospite della Festa del Cinema, per presentare in anteprima il film «Fahrenheit 11/9» che sarà trasmesso da La7 in esclusiva per l’Italia. La rete del gruppo Cairo Communication ha, infatti, acquisito i diritti per la messa in onda del film documentario che ripercorre, con sguardo provocatorio, le elezioni presidenziali e i primi 2 anni di mandato del 45 presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump a partire proprio dal 9 novembre 2016, giorno della sua elezione. Il film uscirà nelle sale il 22,23 e 24 ottobre.
Non è la prima volta che il regista premio Oscar per «Bowling a Columbine» attacca Salvini e il governo gialloverde. Venerdì sera su La7, ospite di Propaganda Live, Moore aveva detto «Bye bye Salvini» aggiungendo di non capire «cosa succede in Italia, adesso con questo governo, col Movimento 5 stelle, con Salvini». Nel mondo, ha spiegato il regista, c’è una nuova forma di fascismo che si sta diffondendo «negli Usa, in Italia, in Brasile che dobbiamo contrastare. Non è il momento di stare in panchina». Alla Festa del cinema, davanti a una sala Sinopoli gremita, il cineasta continua il discorso: «L’Italia ha problemi con i migranti, anche per la sua posizione nel Mediterraneo, e mi dispiace che il mio Paese non possa darle una mano anche perché da noi c’è razzismo e abbiamo un presidente razzista. Io credo che in Italia ci siano tante persone che sarebbero in grado di capire la questione dell’immigrazione».
Su Matteo Salvini l’opinione di Michael Moore è netta: «È un razzista - dice - è credo che gli italiani dovrebbero smetterla di essere carini e comprensivi con lui. È anche un bigotto - aggiunge - perché è contrario ai matrimonio gay. Dovrebbe invece cercare di capire che l’amore è amore, a prescindere dal sesso. Gli do un consiglio: non si sposi con un uomo ma lasci perdere il matrimoni gay».
Moore confessa che vivere cinque giorni in Italia gli sono stati sufficienti per capire il consenso a Lega e Movimento 5 stelle. «Ho visto la tv italiana e ho capito perché malgrado i tanti errori - dice - Salvini e Di Maio sono così popolari. È successo come da noi: la tv offre alla gente solo intrattenimento puro. Trump è bravissimo in questo e le persone lo amano. In Italia - continua - Salvini e Di Maio sono visti come intrattenimento». Perché è accaduto tutto questo? Secondo il regista, Stati Uniti e Italia sono simili: è colpa della sinistra e delle cosiddette forze progressiste. «Hanno pensato che per vincere era meglio essere un po’ meno di sinistra - spiega Moore - e si sono spostate verso il centro perdendo la loro identità. Hanno pensato che per battere Berlusconi prima, e Salvini poi, fosse necessario non essere troppo di sinistra e hanno detto ai loro elettori: non sappiamo bene chi siamo, ma voi comunque votateci lo stesso».
Per questo la sinistra perde, in Italia come in America: non ha più un’identità e confonde gli elettori. «Berlusconi e Salvini si mostrano come sono - dice ancora il regista - e se fanno dichiarazioni idiote ne rivendicano la paternità. Allo stesso modo George W. Bush rivendicava la sua ignoranza, era soddisfatto nel raccontare che a scuola andava malissimo». Un mondo alla rovescia, conviene Moore, anche perché «mio padre - racconta - era un operaio ed era felice di votare Kennedy perché lo riteneva una persona più istruita di lui, più intelligente, più capace e si fidava».