15 marzo 2019 - 09:20

Robert Mapplethorpe: foto in mostra alla Galleria Corsini fino al 30 giugno

Quarantacinque immagini del fotografo newyorchese, morto di Aids nel 1989, inserite nell’allestimento nelle sale settecentesche del Museo nazionale d’arte antica per «L’obiettivo sensibile»

di Edoardo Sassi

«Marcus  Leatherdale», 1978
«Marcus Leatherdale», 1978
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L’ idea, percorsa ormai da decenni, è quella di inserire opere contemporanee — foto in questo caso — in preziosi contesti di arte antica (o archeologica). Stavolta la scelta è caduta su uno dei nomi noti della fotografia internazionale, lo statunitense Robert Mapplethorpe (1946-1989), famoso per i suoi ritratti di celebrities ma soprattutto per aver immortalato senza filtri — e sia pur con plasticità neo-classica e patina glam — lo scenario sadomaso e omosex e della New York anni 70-80.

Volti, nudi quasi esclusivamente maschili (ad eccezione di una delle immagini senza veli della culturista Lisa Lyon), dettagli omoerotici: ora 45 di queste foto — alcuni notissime, altre meno — si intervallano con tele e sculture della Galleria Corsini-Museo nazionale d’arte antica. Scatti collocati sulle pareti delle sale del Palazzo di via della Lungara dove visse il cardinale Neri Maria Corsini (1685-1770), nipote di papa Clemente XII e figura chiave nella storia, non solo romana, del Settecento. Fu Neri — uomo ricchissimo e potente — il creatore della collezione (successivamente donata dagli eredi allo Stato italiano) e di questi ambienti, un unicum al mondo dove ora, fino al 30 giugno, il visitatore potrà assistere alla mostra temporaneaRobert Mapplethorpe. L’obiettivo sensibile, a cura della direttrice del museo Flaminia Gennari Santori. Che così spiega la sua scelta: «Mapplethorpe non è mai stato alla Galleria Corsini, ma senz’altro avrebbe trovato interessanti le sale ancora allestite secondo il gusto del cardinale Neri, il creatore della collezione che visse in questo appartamento dal 1738 alla morte».

E ancora: «Nel Settecento i quadri si disponevano alle pareti secondo criteri di simmetria, euritmia e varietà compositiva che stimolavano il visitatore a individuare assonanze e differenze tra le opere, addestrandone lo sguardo. Sono gli stessi principi che hanno guidato l’obiettivo di Mapplethorpe nel corso di tutta la sua carriera; l’innesto delle sue fotografie, magneti in bianco e nero nel tessuto colorato di quadri che ricopre le pareti, è un invito a esplorare la Galleria con la predisposizione di un conoscitore del Settecento, alla ricerca di assonanze, simmetrie, differenze».

Dialoghi, risonanze e «cortocircuiti» gli altri termini su cui si è insistito ieri presentando la mostra, iniziativa che ha richiesto il parziale ricollocamento o la temporanea rimozione di alcune opere dell’allestimento storico Corsini. Tra le foto esposte, oltre al celebre autoritratto-testamento del 1988 in cui Robert (che morirà di Aids l’anno dopo) cita esplicitamente il tema della fine dei suoi giorni, anche quelle di membri virili radunate in un piccolo ambiente a sé che fu un Gabinetto di studi del cardinale.

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