16 giugno 2018 - 11:17

Stop via Almirante, Raggi: «No strade
dedicate ai fascisti e agli antisemiti»

M5S: «Non sapevamo dell’inversione dei lavori e, al rientro in aula, pensavamo di votare le variazioni al bilancio. Avremmo potuto chiedere la sospensione, ma eravamo sotto stress per l’inchiesta sullo stadio della Roma»

di Maria Egizia Fiaschetti

La sindaca Virginia Raggi a Porta a Porta (Ansa) La sindaca Virginia Raggi a Porta a Porta (Ansa)
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La maggioranza M5S corre ai ripari («Anche noi sbagliamo», ammette il consigliere grillino Pietro Calabrese) dopo l’approvazione, nel caos, della mozione presentata da FdI per dedicare una via a Giorgio Almirante, ex segretario del Msi. Si muove la sindaca che firma un atto d’indirizzo affinché «non si proceda a intitolare strade e piazze a esponenti del fascismo, a chi ha commesso crimini di guerra, espresso idee razziste o antisemite».

A integrazione del primo, i consiglieri Cinque stelle scrivono un secondo documento: sarà una giornata di fuoco per Virginia Raggi, che nel pomeriggio vedrà i magistrati come persona informata dei fatti, ma l’input è disinnescare la grana nel più breve tempo possibile. La versione redatta dal gruppo pentastellato (prima firmataria Eleonora Guadagno, presidente della commissione Cultura) aggiunge un elemento: «Chiedere all’ufficio Toponomastica una ricognizione di strade e piazze, per individuare quelle intitolate a esponenti politici con idee riconducibili al disciolto partito fascista, razziste o antisemite, da sostituire con i nomi di persone che si sono impegnate per il bene comune, i diritti umani, i valori fondanti della Repubblica e alle vittime di fascismo e nazismo». Prima c’è la richiesta del Pd di dare seguito a un’altra mozione, approvata il 15 maggio, che impegna Raggi a iscrivere Roma all’Anagrafe nazionale antifascista di Sant’Anna di Stazzema.

È la consigliera M5S Guadagno ad ammettere che nella concitata seduta di giovedì la situazione sia sfuggita di mano, con la maggioranza «sotto stress» per l’inchiesta sullo stadio della Roma. La ricostruzione è che ci sia stata una variazione nell’ordine dei lavori, all’insaputa degli eletti M5S. «Al rientro in aula pensavamo di votare sui debiti fuori bilancio — spiega la presidente della commissione Cultura — mentre ci siamo ritrovati una mozione “fuori sacco” senza rendercene conto. Avremmo potuto chiedere la sospensione, ma eravamo sotto pressione per la vicenda dello stadio e da lì è nato l’incidente». La sindaca, che in quel momento si trova nello studio di Porta a Porta, sostiene di non saperne nulla. E alla domanda su quale sia la sua posizione, risponde: «Sono sorpresa, ma l’aula è sovrana». L’indomani, però, arriva la contromossa per evitare che si apra un altro fronte caldo, ma è difficile ormai stoppare le polemiche.

Prevedibili le accuse del centrodestra, con la leader di FdI, Giorgia Meloni, che minaccia azioni legali: «Daremo battaglia su via Almirante. Il consiglio si è espresso favorevolmente, imporgli una linea diversa sarebbe staliniano». Il senatore del suo stesso partito, Ignazio La Russa, bacchetta Raggi citando Mike Bongiorno: «È la prima risposta quella che conta». Ma a prendere le distanze dal pasticcio sono anche figure di spicco della squadra 5 Stelle, tra cui il vice sindaco, Luca Bergamo.

Il numero due di Palazzo Senatorio blinda la mozione riparatrice e avverte: «Qualora la proposta (quella di FdI) arrivasse in commissione Toponomastica ne chiederò il respingimento in qualità di presidente».

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