La maggioranza M5S corre ai ripari («Anche noi sbagliamo», ammette il consigliere grillino Pietro Calabrese) dopo l’approvazione, nel caos, della mozione presentata da FdI per dedicare una via a Giorgio Almirante, ex segretario del Msi. Si muove la sindaca che firma un atto d’indirizzo affinché «non si proceda a intitolare strade e piazze a esponenti del fascismo, a chi ha commesso crimini di guerra, espresso idee razziste o antisemite».
A integrazione del primo, i consiglieri Cinque stelle scrivono un secondo documento: sarà una giornata di fuoco per Virginia Raggi, che nel pomeriggio vedrà i magistrati come persona informata dei fatti, ma l’input è disinnescare la grana nel più breve tempo possibile. La versione redatta dal gruppo pentastellato (prima firmataria Eleonora Guadagno, presidente della commissione Cultura) aggiunge un elemento: «Chiedere all’ufficio Toponomastica una ricognizione di strade e piazze, per individuare quelle intitolate a esponenti politici con idee riconducibili al disciolto partito fascista, razziste o antisemite, da sostituire con i nomi di persone che si sono impegnate per il bene comune, i diritti umani, i valori fondanti della Repubblica e alle vittime di fascismo e nazismo». Prima c’è la richiesta del Pd di dare seguito a un’altra mozione, approvata il 15 maggio, che impegna Raggi a iscrivere Roma all’Anagrafe nazionale antifascista di Sant’Anna di Stazzema.
È la consigliera M5S Guadagno ad ammettere che nella concitata seduta di giovedì la situazione sia sfuggita di mano, con la maggioranza «sotto stress» per l’inchiesta sullo stadio della Roma. La ricostruzione è che ci sia stata una variazione nell’ordine dei lavori, all’insaputa degli eletti M5S. «Al rientro in aula pensavamo di votare sui debiti fuori bilancio — spiega la presidente della commissione Cultura — mentre ci siamo ritrovati una mozione “fuori sacco” senza rendercene conto. Avremmo potuto chiedere la sospensione, ma eravamo sotto pressione per la vicenda dello stadio e da lì è nato l’incidente». La sindaca, che in quel momento si trova nello studio di Porta a Porta, sostiene di non saperne nulla. E alla domanda su quale sia la sua posizione, risponde: «Sono sorpresa, ma l’aula è sovrana». L’indomani, però, arriva la contromossa per evitare che si apra un altro fronte caldo, ma è difficile ormai stoppare le polemiche.
Prevedibili le accuse del centrodestra, con la leader di FdI, Giorgia Meloni, che minaccia azioni legali: «Daremo battaglia su via Almirante. Il consiglio si è espresso favorevolmente, imporgli una linea diversa sarebbe staliniano». Il senatore del suo stesso partito, Ignazio La Russa, bacchetta Raggi citando Mike Bongiorno: «È la prima risposta quella che conta». Ma a prendere le distanze dal pasticcio sono anche figure di spicco della squadra 5 Stelle, tra cui il vice sindaco, Luca Bergamo.
Il numero due di Palazzo Senatorio blinda la mozione riparatrice e avverte: «Qualora la proposta (quella di FdI) arrivasse in commissione Toponomastica ne chiederò il respingimento in qualità di presidente».