21 maggio 2018 - 23:44

Governo, Conte: «Ho chiesto garanzie, occorre autonomia politica per guidare il governo»

I dubbi e le riflessioni del premier designato: «Sarà una sfida».

di Marco Galluzzo

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Con le persone che frequenta, gli amici, i colleghi, lo ha ammesso in modo aperto: «Non ho esperienza di amministrazione della cosa pubblica, ma se dovesse accadere, se veramente diventassi presidente del Consiglio, sarà una sfida, un nuova avventura».

A Giuseppe Conte, professore di diritto privato, avvocato civilista, la possibilità di entrare in politica direttamente dalla porta principale di Palazzo Chigi, nella qualità di presidente del Consiglio, non lo spaventa affatto. Ha avuto dei dubbi, delle perplessità, nelle settimane passate, quando il suo nome è ballato fra un ministero e l’altro, quando ha fatto sapere che semmai avrebbe preferito la nomina alla guida di un grande ente pubblico, o controllato dallo Stato.

Poi le riserve si sono via via sciolte con il passare dei giorni, mentre la sua candidatura acquistava peso e consistenza: «Per fare quello che mi si chiede ovviamente ho chiesto delle garanzie, occorre un determinato grado di autonomia per guidare in modo serio un esecutivo...».

Evidentemente alcune rassicurazioni sono arrivate, durante la stesura del contratto di governo, mentre ora i suoi colleghi, gli avvocati, i giuristi, ironizzano sul fatto che anche lui è un esperto di contratti, proprio «alla formazione del contratto ha dedicato una pubblicazione», racconta un magistrato che negli ultimi tempi ha lavorato a stretto contatto con il professore pugliese. Certo una cosa sono i contratti di governi, i programmi politici, un’altra i vincoli privatistici fra le parti, persone o aziende, ma l’essere una grande esperto dei secondi potrebbe aiutarlo nel gestire l’esecuzione del primo.

Nel frattempo, della sua vita privata, emergono dettagli: bravissimo a scuola negli studi, religioso e devoto di Padre Pio, regista nella squadra di calcetto, «studiava tantissimo ed era di una riservatezza assoluta», riassume un amico di infanzia, Antonio Placentino.

E’ invece emozionata Patrizia Giunti, direttrice del dipartimento di Scienze giuridiche dell’università di Firenze: «Con i suoi allievi ha una grande capacità comunicativa, è un collega che ama ascoltare e che non è mai sguaiato. Lo conosco da tanti anni e posso dire che unisce garbo, signorilità e grande forza nelle sue convinzioni», dice la collega.

Di sicuro, allo stile, Giuseppe Conte, ci tiene. E non tanto e non solo nell’abbigliamento, sempre molto curato. Sino a poco tempo fa faceva parte del Csm della giustizia amministrativa, fu citato in giudizio dal consigliere poi destituito Bellomo (per il caso delle molestie sulle studentesse), non partecipò alla seduta dove si decise della decadenza dello stesso Bellomo. Con altrettanta attenzione, due giorni prima che i 5 Stelle facessero il suo nome come uno dei possibili ministri, presentò una lettera di dimissioni.

Fra le sue figure di riferimento, almeno a livello giuridico, lo storico e giurista Paolo Grossi, ex presidente della Consulta, e l’avvocato romano Guido Alpa, nel cui studio ha lavorato. Sembra che la sua famiglia stia arrivando dalla Puglia a Roma, per essere presente al momento del giuramento come capo del governo.

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