8 ottobre 2018 - 20:06

Roma, Claudio Mancini si candida a segretario Pd Lazio: «Serve unità»

Il deputato Pd, che sta organizzando una manifestazione contro la Raggi: «Il rischio di scissione esiste, ma da piazza del Popolo richiesta di unità». Il suo competitor sarà Bruno Astorre ma c'è tempo fino a martedì ser per presentare le candidature

di Redazione Roma

Roma, Claudio Mancini si candida a segretario Pd Lazio: «Serve unità»
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Il deputato Pd Claudio Mancini si candida alla segreteria regionale del Lazio. Lo ha annunciato la sera di lunedì 8 ottobre nel corso di un'iniziativa al circolo dem di San Giovanni, di fronte a una platea di iscritti e dirigenti, tra cui Matteo Orfini, il deputato Luciano Nobili, il segretario del Pd Roma Andrea Casu, l’ex consigliere regionale Fabio Bellini, i consiglieri in carica Eleonora Mattia ed Emiliano Minnucci, Stefano Pedica. Le Primarie sono state fissate al 25 novembre.

La piattaforma congressuale

L’altro competitor dovrebbe essere il senatore Bruno Astorre, di Areadem: i termini per la consegna delle candidature scadono martedì sera. Quattro anni fa per eleggere Fabio Melilli, ha ricordato Mancini, i partecipanti furono 56 mila: per il deputato «sarà un successo superare i 50 mila».? Mancini, che ha lanciato l’idea di una grande manifestazione dem contro l’amministrazione di Virginia Raggi, ha illustrato la sua piattaforma congressuale: «Mi candido libero - ha detto - con le mie opinioni e con la mia storia. Ho scelto lo slogan "la linea che unisce" - ha spiegato - perché da piazza del Popolo è venuta chiara la richiesta di unità» ma «non quella dell’accordo di organigrammi o di un unanimismo di facciata». Piuttosto «la capacità di agire assieme». Mancini s’è detto preoccupato dal rischio di un «congresso divisivo»: «Io - ha spiegato - voglio un congresso regionale che ci aiuti a fare in modo che quello nazionale non produca la scissione del Pd, il vero rischio, che è ancora possibile». Perché «se il Pd si rompe e l’opposizione diventa irrilevante, questi stanno al governo vent’anni. Alle prossime Europee bisogna mettere in campo un’operazione politica nuova, promossa dal Pd», «una lista europeista, progressista, con i socialisti e la Bonino, aperta alle personalità della società civile disponibili e a chi è deluso da Leu o dal voto al M5s».

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