29 settembre 2018 - 21:18

Di Maio rassicura: «Mattarella non si preoccupi, ridurremo il debito»

Il vicepremier annuncia un piano di tagli con il team «Mani di forbice». E l’abolizione di 345 parlamentari entro un anno. E sui burocrati: «Cambieremo la legge Bassanini»

di Alessandro Trocino

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ROMA Dopo la festa sul balcone di Palazzo Chigi, Luigi Di Maio lancia messaggi in diverse direzioni. Prova a rassicurare i mercati e l’Europa, «non è una sfida contro di loro, non si devono preoccupare», riconferma la fiducia al ministro dell’Economia Giovanni Tria, ma rilancia le accuse ai burocratici, annunciando un pacchetto di tagli alle spese, che saranno realizzati da un team «Mani di forbice». E conclude con una nota: «Mattarella non deve preoccuparsi. Questa `manovra del popolo´ ha proprio la finalità di creare le condizioni per poi poter ridurre questo debito».

Il numero magico
La prima uscita della giornata è da Maria Latella, a Sky Tg24. Dove spiega che Tria «deve restare: anche noi lo difendiamo». La manovra al 2,4 per cento, il «numero magico», è stata «demonizzata», ma «toglie ai potenti e dà al popolo» e lo ripaga dalle «ruberie» degli stessi che ora «tifano per lo spread». Il vicepremier spiega che nei ministeri ha trovato «insidie e trabocchetti» e quindi annuncia: «Se i tecnici non vogliono fare il loro dovere, cambieremo la legge Bassanini». Che «si voglia utilizzare la scusa dela manovra per uscire dall’Europa o uscire dall’euro è una sciocchezza».

I tagli alle spese
Piuttosto ora il governo, dopo essersi assicurato un buon capitale con la manovra, si concentrerà sui tagli alla spesa, «perché abbiamo chiesto un prestito e dobbiamo restituirlo». Si taglierà «tutto il possibile». Cominciando, naturalmente, dalle spese della politica: «Tra un anno avremo abolito 345 parlamentari. E credo che nessuno potrà dire di essere contro». La manovra che non riuscì a Matteo Renzi, che aveva inserito l’abolizione del Senato in un pacchetto più ampio, poi bocciato dal referendum, potrebbe riuscire in modo diverso ai 5 Stelle, come spiega Di Maio nella tappa successiva, l’intervento al Global Forum per la democrazia diretta.

Gli investimenti
Il vicepremier annuncia anche un piano di investimenti per 15 miliardi, tra i quali nuove infrastrutture, digitale e ristrutturazione degli edifici della pubblica amministrazioni. «Le città diventeranno cantieri», riassume. Ci sarà anche un «pacchetto di sburocratizzazione». Il governo, infatti, punta a semplificare il codice degli appalti, con il taglio di un terzo delle norme e a fare una riforma del codice di procedura civile, con l’obiettivo (molto ambizioso) di portare da 7 anni a 3 il tempo per arrivare a sentenza «e facilitare così gli investitori». Parole dure contro il Pd che va in piazza: «Vogliono l’estinzione». E contro Renzi: «Ormai elegge qualcuno solo quando il popolo non vota» (riferimento a David Ermini, diventato vicepresidente Csm).

Le opposizioni
Opposizione che è fortemente critica contro la manovra. Per Matteo Orfini, presidente del Pd, il Def «è disastroso. Non solo per il 2,4 per cento, ma anche per come lo si vuole usare, con un’operazione di assistenzialismo puro». Da Leu, che non è contraria a tutte le misure, Federico Fornaro invita alla «prudenza»: «Quando si tratta di trasformare le battute a effetto in attivi di governo, spesso la montagna partorisce un topolino».

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